I tempi per l’uscita del Ministero del Tesoro Italiano dalla banca senese rischiano di allungarsi al punto che l’esecutivo potrebbe chiedere a Bruxelles di concedere una proroga al termine per la cessione della quota, oggi fissato al 2024.

La scelta di Bper di puntare nel medio termine al matrimonio con la Popolare di Sondrio, ha scombinato i giochi del Governo che contava non poco sulla banca guidata da Piero Montani come potenziale acquirente del Monte dei Paschi di Siena, dopo che Banco Bpm ha messo nero su bianco di non essere interessata.

Il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti nei caldi mesi estivi aveva accarezzato il progetto di iniziare una discesa graduale nel capitale della banca senese, di cui controlla il 64,2%, già nel corso dell’autunno. Proposito accantonato per la contrarietà dell’ad della banca Luigi Lovaglio, che vuole vendere la banca avendo acquisito i conti dell’intero 2024 e avversato dal mercato che teme un effetto overhang.

Mood mercati scoraggia cessioni quote

In linea di principio il Ministero potrebbe decidere di alleggerire la quota senza scendere sotto la maggioranza assoluta. La cosa complicata, in questo caso, sarebbe quella di convincere i mercati si essere in grado di rispettare un lock up sulla restante quota, fatto salva ovviamente la possibilità di cederla in blocco. Il mood dei mercati, soprattutto alla luce delle gaffe agostane del governo in termini finanziari, consiglia prudenza.

Se dal novero dei concorrenti del Monte si tolgono Bper e Banco Bpm, l’unica chance possibile rimane Unicredit. Peccato che Andrea Orcel abbia fatto capire, in ogni modo, di non essere interessato. In questo caso l’Esecutivo starebbe però giocando una partita attendista.

Orcel attende rinnovo Cda

Con l’approvazione del bilancio 2023 scade l’attuale Cda di Unicredit che sarà rinnovato in occasione della prossima assemblea ordinaria, dell’aprile del 2024. Orcel ha già dato la sua disponibilità a un nuovo mandato, ma non sa ancora chi altro siederà con lui in consiglio. Ed è evidente che, ammesso che possa prendere in futuro in mano il progetto Mps, non lo farà mai prima di sapere chi saranno, e quindi come la pensano, i suoi compagni di viaggio del prossimo triennio.

Fabrizio Palenzona, presidente della Fondazione Crt e grande elettore di Orcel, ha già fatto sapere di sostenere il consolidamento esterno della banca, anche se aveva pensato prima a un matrimonio col Banco Bpm.

In bilico Padoan

Molto dipende anche dagli altri consiglieri e dal futuro presidente. Se verrà confermato Pier Carlo Padoan è possibile che progetti di natura eminentemente politica come quello dell’acquisto del Monte possano trovare sponda. Ma secondo alcune indiscrezioni Padoan potrebbe fare un passo indietro. Questa opzione, che non viene esclusa da fonti politiche, apre la strada a nuove candidature.

Finora i nomi circolati sono tre. Il primo è quello di Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm ed ex presidente della Cassa Depositi e prestiti. Il secondo è quello di Lucrezia Reichlin economista di chiara fama, che è stata consigliere non esecutivo della banca mentre il terzo è Daniele Franco, ex ministro delle Finanze oltre che molto vicino a Mario Draghi. Ma, come fa notare un banchiere anziano, «è ancora molto presto e i nomi che escono oggi sono automaticamente bruciati».