Dopo che nei giorni scorsi è stato reso noto che diversi dirigenti stanno lasciando l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, si registra un’altra uscita degna di nota.
La situazione di stress strutturale dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) sta diventando sempre più manifesta. Secondo un comunicato stampa di giovedì, Johanna Preisig, ex capo della divisione Fondazioni strategiche, dopo quasi dieci anni lascia il suo incarico per intraprendere una carriera al di fuori della Finma.
Periodi di stress
La partenza di Preisig arriva subito dopo che i giornali del Gruppo Tamedia hanno riferito (su abbonamento) di un esodo di personale in corso alla Finma. All'inizio del mese, l'amministratore delegato Urban Angehrn ha comunicato le sue dimissioni con effetto da fine del mese, alle sue sono seguite altre uscite. Angehrn ha giustificato il suo ritiro dopo quasi due anni, parlando di problemi di salute imputabili al recente periodo di stress.
Secondo il comunicato, il segretario generale della Finma Edith Honegger, un funzionario di alto livello che si occupa di cooperazione internazionale, così come altri membri chiave dello staff avrebbero lasciato l'autorità
Critiche radicali
Pure un collaboratore di lunga data della comunicazione avrebbe comunicato le sue dimissioni, anche se non fa parte del comitato esecutivo, partecipa alle sue riunioni, prosegue l'articolo. La Finma e il Ministero delle Finanze hanno preferito non commentare i giornali Tamedia.
L'autorità di regolamentazione ha avuto parecchi problemi negli ultimi tempi, soprattutto a causa del Credit Suisse, e sta affrontando le accuse di essere intervenuta troppo tardi e in modo indeciso. Tutto questo si aggiunge alle critiche precedenti, secondo cui l'autorità non dispone in misura adeguata di personale competente.
Mancano i poteri per agire
Gli addetti ai lavori hanno ripetutamente criticato la scarsa collaborazione tra la Finma e la Banca nazionale svizzera (BNS). A seguito dell’evidente fallimento delle procedure relative al caso Credit Suisse, la Finma ha recentemente dichiarato di voler ampliare le proprie risorse per migliorare la supervisione delle banche. Secondo l'agenzia di stampa svizzera «AWP», circa 22 persone si occuperanno direttamente del monitoraggio di UBS.
La Finma è stata criticata per la sua mancanza di poteri esecutivi, soprattutto perché non può imporre sanzioni. Ha solo il potere di requisire i profitti, imporre divieti professionali e chiedere adeguamenti organizzativi alle istituzioni finanziarie.