Nel settembre dello scorso anno il popolo italiano decretava il successo della coalizione di centrodestra alle elezioni, Un anno dopo l’Esecutivo Meloni ha perso molto del suo appeal, soprattutto sui mercati.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Un anno fa Giorgia Meloni viaggiava sulle ali dell’entusiasmo sulla scorta di un consenso elettorale più che ampio e sulla scia del passaggio del testimone da parte di Mario Draghi, che, dialogando con la nuova presidente del consiglio, le avevo conferito uno status di credibilità che aveva indotto molti leader europei a non giudicare il nuovo governo solo dalle apparenze.

In questi dodici mesi il Governo ha dilapidato ogni credibilità nei confronti dei mercati finanziari, irritando i banchieri domestici al punto che alcuni, garantiti dall’anonimato, parlano di rapporti compromessi.

La stretta monetaria della Bce ha bloccato ogni velleità di spesa e di rimodulazione delle tasse. L’arrivo di migranti, che avrebbero dovuto limitare col blocco navale, è assolutamente fuori controllo e a livelli mai visti negli anni passati.

In finanza le peggiori gaffe

Il settore finanziario è stato quello in cui il Governo ha compiuto e sta ancora compiendo, i passi falsi più gravi. La gaffe delle gaffe è stata l’ormai famosa tassa sugli Extraprofitti bancari.

Concepita per replicare il successo del Governo spagnolo che ha ottenuto 3 miliardi una tantum dalle banche, è stata annunciata senza essere prima discussa con nessuno dei soggetti interessati. Nei giorni successivi è stata emendata talmente tante volte da essere quasi del tutto depotenziata. Una figuraccia gratis.

La lotta alla Bce per difendere i mutuatari in difficoltà era in realtà una strategia che nascondeva la vera debolezza dell’esecutivo. Ogni rialzo dei tassi da parte della banca centrale aumenta la spesa per interessi sull’enorme debito italiano. Ora ammonta a circa 100 miliardi di euro, una cifra superiore di 40 miliardi rispetto al 2020.

E’ evidente che in questa condizioni sia praticamente impossibile scrivere una legge finanziaria senza incrementare ulteriormente il deficit, cosa che il Governo si era impegnato a non fare.

Figuraccia aerea

Come se non bastasse il Governo ha dovuto fare macchina indietro nella battaglia contro le compagnie aeree e i costi eccessivi per i collegamenti verso Sardegna e Sicilia.

L’esecutivo contestava l’algoritmo con cui vengono calcolati i prezzi dei biglietti cercando di imporre un tetto massimo alle tariffe. Risultato: Ryanair ha annunciato una brusca riduzione dei voli verso le due isole. E il Governo ha abbandonato ogni velleità di fissare tetti alle spese demandando tutto all’Antitrust, che deciderà se la linea aerea abbia abusato della propria posizione dominante.

Un’apertura all’azzardo morale

Ma il peggio potrebbe ancora non essere arrivato. Nel decreto Legge Capitali allo studio ci sono due misure che, qualora approvate, farebbero crollare la fiducia dei mercati nel paese. La prima consentirebbe al cattivo debitore ceduto di potere riacquistare il credito.

Nello specifico una volta che la banca ha ceduto l’Npl a un soggetto terzo, il debitore originario potrebbe riacquistarlo con una maggiorazione del 20% rispetto al prezzo di cessione. Di fatto un’apertura all’azzardo morale che indurrebbe molti a non pagare i propri debiti con la prospettiva di farlo a saldo.

Contro lista del Cda

Sarebbe anche peggio e venissero approvate le norme concepite per depotenziare le liste di consiglieri presentate dal board, le cosiddette liste del Cda, una prassi molto apprezzata dal mercato, a favore della lista presentata dagli azionisti di maggioranza. Di fatto la prima verrebbe a soccombere nel caso della sola presenza della seconda, a prescindere dai voti assembleari.

Questa norma è fortemente voluta da Francesco Gaetano Caltagirone, azionista rilevante di Mediobanca e Generali, oltre che grande sponsor dell’esecutivo. Se passasse cambierebbe i giochi nelle partite per il controllo di entrambe le società, finora decise dal mercato attraverso il voto assembleare.

Sbarchi fuori controllo

Una delle colonne della campagna elettorale era stata lo stop all’immigrazione clandestina contro cui era stato prospettato addirittura il blocco navale. E invece mai ci sono stati tanti sbarchi come quest’anno. Secondo i dati del Ministero dell’Interno gli sbarchi da in ozio anno al 21 settembre sono stati 132.832 contro i 68.594 e i 43.506 fatti segnare nello stesso range di tempo rispettivamente nel 2022 e 2021.

Il tema è stato oggetto del primo intervento all’Onu di Giorgia Meloni del 20 settembre. Ma intanto questa enorme quantità di persone è stata distribuita nelle diverse regioni italiane con non pochi problemi sia economici sia di ordine pubblico.