La banca spagnola continua la sua politica aggressiva sui conti correnti in Italia alzando la remunerazione dei depositi al 4% e al 5% per i conti deposito.

 

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

L’istituto iberico fa il ruolo della lepre nel mercato bancario italiano e qualche istituto nazionale inizia a seguirla. Nello specifico BBVA remunererà, fino al prossimo 31 gennaio 2025, i conti correnti al 4% – contro il precedente 2% –, mentre per il deposito flessibile gli interessi passeranno dal 3% al 5% per dodici mesi. In questo caso, però, i risparmiatori devono sottoscrivere un investimento compreso tra i 500 euro ed i 50.000 euro.

 

Considerando che il Btp decennale rende il 4,3% si comprende come la politica di aggressione di BBVA del mercato italiano, dove è presente da meno di due anni, sia destinata a mietere successi e a smuovere la concorrenza.

Anche Banca Mediolanum ha un prodotto, Selfyconto, che rende il 4%. Il tasso viene applicato alla nuova liquidità immessa entro l’8 novembre. La differenza rispetto al prodotto spagnolo è data dal costo annuale pari a 79,2 euro a fronte della politica zero costi del conto corrente BBVA.

Giusto remunerare conti

Al di là della sgangherata formulazione della tassa sugli extraprofitti da parte dell’esecutivo italiano, la questione di una equa remunerazione dei conti correnti da parte delle banche italiane rimane sul tavolo.

Recentemente il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, ha spiegato che le banche dovrebbero restituire ai depositanti il 40% del tasso (3,75%) che la Bce riconosce loro mentre secondo i dati di Banca d’Italia, la remunerazione media allo scorso giugno, era in media dello 0,27%.

Tra il 3% e il 4% di remunerazione c’ è anche Ibl il cui prodotto ControCorrente remunera al 3,3% le somme fino a 50mila euro, da 50mila a 150mila il 3%, oltre il 2,5% con spese di tenuta conto azzerate il primo anno, e pari 24 euro per i successivi, cifra che può essere azzerata se viene accreditato lo stipendio o la pensione.

Ifigest al 3,2%

Banca Ifigest, con Conto Corrente Web Fundstore, remunera i depositi al tasso Euribor 3 mesi -0,6% (circa il 3,2%) senza applicare costi. La liquidità può essere poi investita nella piattaforma dei fondi Fundstore. Anche Banca Progetto con il suo prodotto Conto Key paga a tutti i clienti il 2,5% e non prevede costi annuali di tenuta conto.

Illimity propone Conto Premium che offre il 2,5% e si fa carico dell’imposta di bollo annuale di 34,2 euro (il conto costa 84 euro l’anno compresi tutti i servizi). Banca Sistema, con SIconto!Corrente, remunera il 2% lordo e non prevede costi.

Istituti maggiori allo 0%

Gli istituti di credito più grandi come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Poste Italiane o Credem hanno proposte di conti correnti a zero rendimento ma i cui costi annuali si annullano in caso di accredito dello stipendio o della pensione.

La posizione dei grandi gruppi è inevitabilmente tesa a massimizzare la rendita di posizione. Secondo loro il conto corrente è un servizio è come tale va pagato dai clienti. BBVA ha rotto il fronte delle banche più piccole che stanno sempre più usando l’arma della remunerazione dei conti per attrarre nuovi clienti.