L’aperitivo in Italia, soprattutto nel Nord Italia, è una faccenda tremendamente seria. In particolare, è stato oggetto di una contesa fra Torino e Milano che ha visto all’inizio prevalere la prima e, nel lungo termine, la seconda.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
L’aperitivo nasce a Torino nel 1786 nella bottega di Antonio Benedetto Carpano che inventa un vino aromatizzato, battezzato Vermut dal tedesco wermut (assenzio), che ha un successo clamoroso al punto che il negozio dal 1840 al 1844 è costretto a rimanere aperto 24 ore al giorno.
Milano replica con l’Amaro Ramazzotti nel 1815 e soprattutto con il Campari nel 1860. Poco dopo a Torino nasce il Martini, che, parola di James Bond, va «agitato, non mescolato».
Milano da Bere
Nel 1985 la Ramazzotti lancia uno spot con un claim, «Milano da bere» (immagine in alto) , destinato a diventare letteratura e che segna la definitiva vittoria di Milano su Torino. Qualche anno dopo, dall’intuizione di Vinicio Valdo, nasce l’aperitivo milanese nella tipica formula di accoppiata tra drink e buffet.
L’idea arriva dall’attenta osservazione dei clienti: più si dava loro da mangiare, più si trattenevano nel locale e più erano soliti ordinare da bere. Guai a confondere l’aperitivo milanese con l’Happy Hour che prevede la possibilità di consumare due drink al prezzo di uno, senza nulla da mangiare.
Fatto questo doveroso excursus iniziamo con i bar storici, quelli che c’erano prima dell’avvento dell’aperitivo milanese e che sono ancora sulla breccia.
Camparino (Zucca)
Impossibile una location più centrale (immagine in alto), visto che si trova all’angolo fra Piazza Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele. Fu fondato da Davide Campari nel 1915 e poi ceduto alla famiglia Zucca e così si spiega il doppio nome.
Da sempre amatissimo dai milanesi, non solo di una certa età. Silvio Berlusconi, tycoon di Mediaset ed ex presidente del consiglio, ogni volta che poteva costringeva la scorta a lunghe deviazioni pur di andarci. E non è certamente il solo. Cosa Bere? Il Bitter, un Negroni o uno Zucca seltz, per restare nel classico.
Bar Basso
Bar Basso si trova in via Plinio, zona Porta Venezia (immagine in alto). La sua fortuna inizia nel 1967 quando venne acquistato dai barman veneziani Renato Hausmann e Mirko Stocchetto, noti per aver lavorato all'Harry's Bar di Venezia e all'Hotel Posta di Cortina d’Ampezzo.
Al Bar Basso sono stati creati il Negroni sbagliato, nato nel 1972 da un errore commesso da Stocchetto, che versò spumante brut anziché gin all'interno di quello che doveva essere un classico Negroni e il Mangia e Bevi, composto da gelato alla crema e alla nocciola, panna, liquori allo zabaione e al cioccolato, cherry brandy e guarnizione di fragole.
E’ uno dei luoghi culto di quanti frequentano il salone del Mobile per i molti pezzi di design che contiene.
Bar Magenta
Fondato nel 1907, il Bar Magenta (immagine in alto) è un'istituzione. Posto all'incrocio fra corso Magenta e via Carducci, e il bar più antico della città, e probabilmente il più conosciuto dai milanesi.
Fra i pochi locali sempre aperti – pure ad agosto – ha arredi liberty d'epoca: banco cassa, credenze e bancone sono originali, così come la gran parte del mobilio interno, dal grosso orologio dorato all’ingresso alle lampade vintage delle salette.
Il locale è stato location di molti film nel corso degli anni. Tra i più famosi «Marrakech Express» di Gabriele Salvatores e «Asso», cult movie della commedia all’italiana del 1981 con Adriano Celentano.
Gin Rosa
Situato nella centralissima Piazza San Babila porta il nome del prodotto (immagine in alto) che fu inventato nei suoi locali e la cui ricetta, segretissima, ne assicura ancora oggi il successo.
Il Bitter Ginrosa, l’unico aperitivo rosa, fu creato da Annunciata Bournè, importante benefattrice, che si dedicò alla gestione del locale per molti anni. Fu lei a dare vita al Bitter Ginrosa, l’unico in grado di affrontare la concorrenza con il rosso Campari.