L'assemblea degli azionisti di Delfin, la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio, ha approvato il bilancio 2022, che ha registrato la migliore performance di sempre. I ricavi da dividendi si sono attestati a oltre 720 milioni di euro e l'utile netto a circa 650 milioni, in crescita del 70% rispetto al 2021.

Tutte le principali società in portafoglio sono risultate in utile, con elevati livelli di redditività che hanno portato portando il net asset value a circa 29 miliardi, in crescita di oltre il 50% rispetto alla chiusura del 2018, anno di creazione di EssilorLuxottica.

«I risultati registrati lo scorso anno ci rendono estremamente soddisfatti. È il miglior modo di celebrare il nostro fondatore, Leonardo Del Vecchio, ad un anno dalla sua scomparsa. Il suo pensiero e la sua visione sono e rimarranno l’anima di Delfin», ha spiegato il presidente Francesco Milleri, aggiungendo di essere fiducioso che «il trend in continuo miglioramento possa essere confermato anche per il 2023».

A Fondazione Del Vecchio 32 milioni

Come previsto dallo statuto, Delfin devolvera' 32 milioni a Fondazione Leonardo Del Vecchio, vale a dire il 5% degli utili d'esercizio, 'per sostenere progetti di solidarieta' e utilita' sociale nel campo della ricerca scientifica, dell'istruzione e della formazione, della salute pubblica’.

Delfin ha in pancia il 32,08% di EssilorLuxottica, il 26% di Covivio, società che opera nel settore immobiliare, oltre che le partecipazioni finanziaria del 19,4% in Mediobanca, del 9,82% nelle Generali e dell’1,9%. Il contributo cedolare delle partecipazioni finanziarie è stato decisamente cospicuo e promette di essere altrettanto ricco, se non ancora di più, nel prossimo futuro.

Guerra a Mediobanca ha poco senso

Gli eredi di Leonardo del Vecchio, che non hanno trovato un accordo sl testamento del capostipite della famiglia a oltre un anno dalla morte, non potranno che esserne soddisfatti. E siccome non si uccide la «gallina dalla uova d’oro» è molto facile pensare che continuino la guerra fatta da Delfin nel recente passato, insieme a Caltagirone, contro Mediobanca e Generali.

Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, alle prese con la redazione della lista del Cda per il rinnovo del consiglio dia amministrazione, può tirare un sospiro di sollievo, anche se sa che ogni sua mossa verrà passata al setaccio fine al pari del suo omologo alle Generali Philippe Donnet.

Il business nel 2023

Recentemente Milleri parlando di Mediobanca aveva detto, tra l’altro, che «siamo solo degli azionisti di lungo periodo e anche contenti: il titolo sta andando abbastanza bene, poi se cresce un po' di più siamo ancora più contenti».

Anche perché l’età dell’oro è molto lontana dall’essere terminata. Delfin, sulla base degli andamenti ottimali delle società partecipate, stima infatti di ricevere altre cedole nell’anno in corso per un totale di oltre 860 milioni di euro, in crescita del 20% sul 2022.