La vicenda Credit Suisse si allontana sempre di più dal campo finanziario per spostarsi nel terreno delle relazioni internazionali dove la Realpolitik e la Ragion di stato pesano infinitamente di più della Governance.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista ed esperto economico di finewsticino.ch

Il salvataggio del Credit Suisse voluto dalle autorità elvetiche ha dimostrato come la Ragione di Stato possa sovvertire le regole auree di mercato. Il tempo ci dirà se il trade-off per la Svizzera sarà positivo oppure no.

La cronaca intanto potrebbe imporre nuovi dilemmi etici, e non solo, se dovessero essere confermate le indiscrezioni di «Reuters» secondo le quali il fondo sovrano qatariota (Qia), sarebbe pronto a far causa per ottenere un risarcimento del danno subito nell’investimento in Credit Suisse.

Qia con poco meno del 7%, era il secondo maggior azionista di Credit Suisse, dietro Saudi National Bank che possedeva circa il 10%.

Trattato regola controversie fra Svizzera e Qatar

Secondo quanto riferito da «Reuters» il Fondo avrebbe conferito un mandato esplorativo a uno studio legale specializzato in arbitrato internazionale per esaminare la questione e capire se possa far valere o meno le proprie ragioni nei confronti della Svizzera.

L’eventuale controversia sarà regolata secondo quanto previsto da un trattato siglato siglato tra il Consiglio federale svizzero e il governo dello Stato del Qatar. Le parti hanno sei mesi per risolvere amichevolmente l’eventuale controversia.

Nel caso in cui non fosse raggiunto un accordo, dovrà essere inoltrata una richiesta all’International Center for Settlement of Investment Disputes (ICISD), istituzione arbitrale internazionale istituita dalla Banca mondiale negli anni Sessanta per risolvere controversie legali tra investitori internazionali e Stati.

Svizzera non sia machiavellica

La vicenda Credit Suisse si allontana sempre di più dal campo finanziario per spostarsi nel terreno delle relazioni internazionali dove la Realpolitik e la Ragion di stato pesano infinitamente di più della Governance.

Nei manuali la Ragion di Stato è definita come «teoria politica secondo cui l’interesse dello stato dovrebbe essere l’unico criterio di valutazione politica a cui subordinare anche i principi morali».

La speranza è che le autorità elvetiche non la declinino in maniera eccessivamente machiavellica. Sovvertire le regole che governano il fallimento, consentendo agli azionisti di non vedere il proprio investimento azzerato, rappresenta un salto quantico nel mondo finanziario.

Consentire a uno dei beneficiati di questa anomalia di contestare il beneficio ottenuto e, magari, riceverne uno superiore, in nome di un trattato fra Stati, rischierebbe di fare andare in default non una banca, ma una serie di regole condivise, almeno nella finanza occidentale, che consentono l’esistenza stessa del mercato globale.

Credit Suisse vicenda diseducativa

Senza considerare i danni che questo evento ha generato in termini di diseducazione finanziaria. In stati dove l’educazione finanziaria della popolazione deve ancora fare molti passi avanti, come ad esempio l’Italia, è complicato fare accettare dai piccoli risparmiatori che l’acquisto di un’azione, in quanto capitale di rischio, possa concludersi anche con la perdita totale di quanto investito.

La percezione che possa esserci un’eccezione, e fatta da quella che è universalmente considerata la patria delle banche, renderà ancora più difficile una corretta educazione.

CS non è nuova Lehman

Un merito alla Svizzera va riconosciuto. Salvando Credit Suisse ha evitato l’effetto Lehman. Credit Suisse è come Lehman Brothers in termini di dimensioni, complessità e importanza. Gli americani non hanno salvato Lehman Brothers, mentre gli svizzeri lo hanno fatto con Credit Suisse. Questo va mandato a memoria.

Ma non deve generare eccessivi entusiasmi. Per essere chiari Bce, così come Federal Reserve e Bank of England, ha espresso la sua approvazione per quanto fatto dalla Svizzera, ma questo non significa che sia pronta ad agire in maniera simile. La presidente della Bce, Christine Lagarde, a caldo ha detto di accogliere «con favore l'azione rapida e le decisioni prese dalle autorità svizzere. Sono necessarie per ripristinare condizioni di mercato ordinate e garantire la stabilità finanziaria».

Swap Line mossa interessante

L’aspetto maggiormente interessante si è avuto con la decisione sulla swap line in dollari. In un comunicato congiunto effettuato dopo la notizia del salvataggio di Credit Suisse le banche centrali hanno spiegato che «per migliorare l'efficacia delle linee di swap nel fornire finanziamenti in dollari, le banche centrali che attualmente offrono operazioni in dollari hanno deciso di aumentare la frequenza delle operazioni con scadenza a 7 giorni da settimanale a giornaliera».

Qualcuno la lezione Lehman l’ha compresa.