La CEP ha analizzato le circostanze politiche che hanno portato al declino di Credit Suisse. Il risultato non è lusinghiero. Tuttavia, in relazione a UBS, il rapporto della Commissione rimane vago. Questo è deplorevole e rappresenta un’opportunità mancata, secondo Dominik Buholzer, caporedattore di finews.ch.
Cosa resta del rapporto della Commissione d’inchiesta parlamentare (CEP) su Credit Suisse (CS)? Secondo la CEP, la responsabilità per il fallimento di CS ricade sulla gestione e sul consiglio di amministrazione dell’ex grande banca svizzera.
La FINMA è intervenuta, ma troppo spesso non è riuscita a imporsi. La coordinazione tra le autorità ha ricevuto una valutazione insufficiente, al Consiglio federale manca un sistema per il rilevamento precoce delle crisi, e la legislazione «too big to fail» si è rivelata inadeguata in casi del genere.
Un fallimento su tutta la linea
In sintesi: errori ovunque. Un fallimento su tutta la linea.
Questo non fa onore alla Svizzera e alla sua piazza finanziaria con risonanza internazionale. Sarà interessante vedere quali conclusioni trarranno i querelanti AT1 dal rapporto.
Ma cosa significa il rapporto in relazione a UBS?
Chi sperava in risposte chiare o indicazioni precise da parte del rapporto della CEP è rimasto deluso. Su questa questione, la Commissione resta sorprendentemente vaga nel suo rapporto di oltre 500 pagine.
Dimensione di UBS «da considerare adeguatamente»
«UBS, come unica G-SIB (Global Systemically Important Bank, n.d.r.) rimasta in Svizzera, è molte volte più grande rispetto al prodotto interno lordo (PIL) nazionale rispetto ad altre istituzioni finanziarie nei rispettivi paesi. Per questo motivo, la CEP ritiene essenziale tenere adeguatamente conto di questa circostanza nella regolamentazione», si legge in una raccomandazione.
«Non si dovrebbe ora penalizzare una UBS che funziona bene per gli errori di CS», ha dichiarato il membro della CEP Thomas Matter durante la conferenza stampa di venerdì a Berna.
La legislazione «too big to fail» deve ora essere al centro
Tuttavia, anche questa dichiarazione non offre maggiore chiarezza.
Il compito principale della CEP era quello di esaminare le circostanze politiche attorno al declino di CS. Questo mandato è stato adempiuto. Tuttavia, il fatto che non sia stata più chiara riguardo al nuovo ruolo di UBS è deplorevole e rappresenta un’occasione persa per la CEP.
Ora la palla è nel campo del Parlamento e del Consiglio federale. Spetta a loro decidere quali conclusioni trarre e quali raccomandazioni seguire.
Prima di discutere un aumento delle risorse per la FINMA e requisiti patrimoniali più severi per UBS, occorre concentrarsi sulla legislazione «too big to fail». Già dopo la crisi di UBS del 2008, quando questa legislazione è stata introdotta, molti politici hanno espresso dubbi sulla sua applicabilità pratica. È ora di eliminare finalmente queste incongruenze.