Eravamo stati buoni profeti delle mosse e delle ambizioni di Francesco Gaetano Caltagirone.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Come spiegato nell’articolo di finewsticino.ch pubblicato lo scorso 3 maggio, l’astensione del costruttore romano su alcuni punti all’ordine del giorno del bilancio delle Generali, che hanno in Mediobanca il suo primo azionista con una quota del 13% circa, erano molto più che tattiche.

Quelle mosse andavano lette soprattutto come una critica a Mediobanca che ha eletto il Cda di Generali battendo la lista presentata un anno fa dallo stesso Caltagirone, Leonardo del Vecchio, Edizione (Famiglia Benetton) e Fondazione Crt.

Caltagirone poso sotto il 10% in Mediobanca

Pochi giorni dopo un quotidiano italiano, La Stampa, ha riportato il raddoppio della quota di Caltagirone in Mediobanca, salita alle soglie del 10%. In realtà, come spiegato da un portavoce di Caltagirone, la quota è su quei livelli da oltre un anno.

Qualche indiscrezione era trapelata lo scorso mese di ottobre, ma era caduta nel dimenticatoio complice la decisione dello stesso Caltagirone di non comunicarla ufficialmente alla Consob, cosa peraltro lecita perché non ha superato alcune soglia rilevante visto che in Consob risulta detenere il 5,499% e la soglia successiva, per cui scatta l’obbligo comunicativo, è il superamento del 10%

Governo potrebbe indebolire Nagel

Ma siccome la partita su Mediobanca è a carte più che coperte, il ritorno dei riflettori sulla reale quota di Caltagirone è un evento che non va trascurato in quanto segnaletico che la partita sta entrando nel vivo.

Secondo un retroscena ricostruito da MF-Milano Finanza il Governo potrebbe giocare un ruolo determinante per mettere fuori gioco la lista del Cda, l’arma con cui Alberto Nagel ha vinto la battaglia per le Generali e con cui conta di vincere quella per Mediobanca.

 Propria lista con un numero di candidati

Fratelli d’Italia a meta aprile aveva presentato un emendamento all’interno di un decreto, che fu cassato ancora prima della partenza per estraneità alla materia del provvedimento.

L’emendamento di Fratelli d’Italia spiegava che qualora lo statuto non preveda altrimenti, la lista del cda si considera «non presentata» se uno o più soci con una quota di almeno il 9% del capitale stilino una propria lista con un numero di candidati pari a quello dei consiglieri da eleggere. Insomma, una lista di maggioranza.

Emendamento può affossare lista Cda

Questo emendamento alla legge che legifera sulla possibilità che un Consiglio di Amministrazione possa presentare una lista per il rinnovo assembleare del Cda stesso, se verrà tramutato in legge renderebbe nulli gli sforzi di Alberto Nagel visto che gli eredi di Del Vecchio e Caltagirone, forti rispettivamente di una quota pari rispettivamente a poco meno del 20% i primi e il 10% il secondo, potrebbero presentare una lista di maggioranza che difficilmente non verrebbe eletta.

24 maggio nuovo piano strategico Mediobanca

In attesa di capire cosa capiterà, anche in ambito legislativo, Mediobanca continua a concentrarsi sul suo piano strategico 2023-2026, che verrà presentato al mercato il prossimo 24 maggio.

Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, è perfettamente consapevole che molto del suo futuro passa dalla strategia che andrà a disegnare per la partecipazione nella Generali. Non saranno ammessi scenari che portino il Leone lontano dall’Italia né dai soci italiani né dagli osservatori dell’Esecutivo.

Finanza pura

Giorgia Meloni finora ha dimostrato di interessarsi poco alla finanza pura. Ma sa cosa significa tenere la potenza di fuoco delle Generali sotto il controllo italiano. E non consentirà deviazioni.