Quando, lo scorso mese di dicembre, il «Financial Times» aveva pubblicato indiscrezioni secondo le quali l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel voleva un congruo aumento del suo appannaggio, in molti hanno storto ili naso.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista ed esperto economico italiano di finewsticino.ch

Il numero uno della banca milanese nel 2022 ha portato a casa uno stipendio complessivo di 6,7 milioni di euro di cui 1,89 milioni cash ed il resto in azioni. Le indiscrezioni parlavano di un arrotondamento a 2,5 milioni della parte in contanti cui si aggiungono 5 milioni di euro in azioni.

Arrivato in Piazza Gae Aulenti con la nomea del «Ronaldo Dei Banchieri», Andrea Orcel, l’ex manager di Ubs ha mantenuto fede al suo soprannome, non solo per l’onerosità del compenso.

Capitalizzazione salita da 15 a oltre 34 miliardi

Quando si è insediato, nell’aprile del 2021, il titolo Unicredit quotava sugli 8 euro mentre oggi oscilla intorno a 18 euro dopo avere toccato un massimo a 52 settimane di 18,48 euro. La capitalizzazione è passata da 15 a oltre 34 miliardi di euro. Anche Orcel ne ha beneficiato.

Nel 2021 la banca gli ha riconosciuto 673 mila azioni Unicredit al prezzo di 7,42 euro, la quotazione dell’azione alla firma del suo contratto. Ora quel pacchetto, cui si aggiungeranno le stock del 2022, vale 12,1 milioni di euro.

Ai numeri relativi alla capitalizzazione di Borsa, già sufficienti a molti soci per essere soddisfatti del lavoro dell’a.d., sono seguiti quelli di bilancio che sono stati accolti, ove possibile, anche con maggiore entusiasmo dal mercato.

2022 anno record per Unicredit

Orcel non ha esagerato quando ha definito il 2022 come «il migliore degli ultimi 10 anni della banca». Unicredit ha chiuso lo scorso esercizio con ricavi netti pari a 18,1 miliardi con un incremento del 14,7% rispetto al 2021. L'utile netto è stato di 1,4 miliardi nel quarto trimestre, in rialzo del 7,9% sul trimestre precedente e di oltre il 100% sul 4* trimestre del 2021.

L’utile per l’intero 2022 è di 5,4 miliardi, in aumento del 64% rispetto all'esercizio precedente. Unicredit, per giudizio praticamente unanime degli analisti finanziari, ha stracciato il consenso sia sui dati di bilancio, sia sulla remunerazione degli azionisti sia sulla guidance per il 2023. La banca ha proposto per il 2022 una distribuzione agli azionisti di 5,25 miliardi di euro in crescita di 1,5 miliardi rispetto al 2021, con una proposta di dividendo in contanti di 1,91 miliardi e di riacquisto di azioni proprie per 3,34 miliardi.

E nel 2023 Orcel punta a ripetersi. «Siamo ancora sottovalutati: negli ultimi 8 trimestri abbiamo battuto il consensus del 30% ogni volta, ciò significa che il mercato non ha ancora aggiustato il nostro prezzo. Credo che nel 2023 avverrà la stessa cosa del 2022,» ha spiegato il banchiere aggiungendo che «ci aspettiamo di migliorare ancora: questa è una banca diversa dal passato».

Ora dossier Mps è ancora più lontano

Coma accaduto per Alberto Nagel a Mediobanca, i risultati sopra le attese e la remunerazione degli azionisti rappresentano il migliore salvacondotto in grado di consentire ad Orcel di non dovere subire alcuna pressione esterna per operazioni «di sistema».

Non è un mistero che il Governo Draghi abbia cercato di coinvolgere Unicredit nel salvataggio del Monte dei Paschi. Il tavolo delle trattative è saltato perché Orcel chiedeva di acquistare la banca alle stesse condizioni cui vennero cedute la Popolare di Vicenza e Veneto Banca a Intesa Sanpaolo e quindi a 1 euro e senza debito.

E la possibilità che il dossier possa tornare di interesse in un prossimo futuro appare sempre più remota. «In vista del 2023, – ha spiegato Orcel – Unicredit è piú forte che mai ed è ben posizionata per conseguire eccellenti risultati. Guardiamo al futuro con fiducia. Il nostro piano industriale genera molto piú valore di qualsiasi M&A possibile».

In ogni caso «l'M&A rimane un'opzione ma lo faremo ad alcune condizioni: non deve mettere a rischio la soliditá patrimoniale e la capacitá di distribuzione agli azionisti e deve esserci alla base una strategia industriale» credibile.

Soddisfazioni anche da Russia

Unicredit è stata premiata anche per la gestione della strategia sulla Russia, con l’esposizione cross-border che è stata adeguatamente gestita e ridotta nel corso dell’anno, a costi minimi, ovvero di circa 4,1 miliardi.

«Non abbiamo altre preoccupazioni,» ha proseguito, «ma questo non vuol dire che saremo meno determinati nel derisking, che proseguira» quest'anno e nei prossimi».

Fin dall'inizio, Unicredit ha ridotto l'esposizione con l'obiettivo di «non dare soldi alla Russia,» perche «regalare una banca non sarebbe stata la cosa giusta sia dal punto di vista etico che per il rispetto delle sanzioni».