«Molto probabilmente una coalizione di centro-destra vincerà le prossime elezioni in Italia. Ma gli sviluppi che si prospettano da questa alleanza potrebbero prendere un corso inaspettato», scrive Giuseppe Wrzy nel suo articolo per finewsticino.
Le ultime rilevazioni non lasciano spazio a dubbi: le elezioni italiane del prossimo 25 settembre verranno vinte dal centrodestra. L’ultimo sondaggio realizzato da Ipsos per il «Corriere della Sera» vede la coalizione conservatrice al 46,6% contro il 27,2% del centrosinistra.
Fratelli d’Italia (FdI) dovrebbe raccogliere il 25,1% dei consensi, la Lega il 12,5% e Forza Italia l’8%. Normalmente queste percentuali sono garanzia di governabilità e stabilità, due caratteristiche sommamente apprezzate dai mercati. Ma le dinamiche che reggono la coalizione rischiano di raccontare una storia diversa. I tre partiti di centrodestra sono arrivati alle elezioni in modi molto diversi.
«Un’opposizione severa ma corretta»
Il cammino più lineare lo ha percorso Giorgia Meloni, leader di Fdi, che è stata all’opposizione del governo guidato da Mario Draghi. Un’opposizione severa ma corretta tanto che Draghi e Meloni hanno un dialogo mai interrotto, segno di reciproco rispetto.
Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno approfittato della crisi aperta dal Movimento Cinque Stelle per agevolare la caduta del Governo per motivi di opportunità interna. Berlusconi voleva bloccare le trattative fra Maria Stella Gelmini e Carlo Calenda per portare le forze più moderate di FI nel nuovo partito Azione, cosa comunque avvenuta. Salvini voleva stroncare le ambizioni delle anime più moderate della Lega, coagulate intorno al ministro Giancarlo Giorgetti, intenzionate ad avviare una nuova era più liberale.
«Uno dei limiti storici della destra italiana è la penuria di personaggi di standing riconosciuto»
Berlusconi e Salvini avranno la tentazione di usare l’esperienza di Governo per ristabilire la loro popolarità, mentre Meloni è intenzionata a giocarsi le sue ambizioni di guida politica a tutto tondo, con oneri e onori. Non è un caso che mandi all’Europa messaggi tranquillizzanti sulla futura moderazione nella spesa pubblica, mentre i suoi alleati parlano esclusivamente di scostamenti di bilancio.
Uno dei limiti storici della destra italiana è la penuria di personaggi di standing riconosciuto. Non è un mistero che Meloni stia cercando di reclutare candidati credibili all’interno della società civile. Il punto debole di questi candidati è di non essere politici. Questo li rende molto esposti in caso di crisi endogene.
FdI viene accusata da parte dei suoi avversari di essere intrisa di simpatie neo-fasciste. Quello che è certo è che Meloni non ha mai fatto un percorso come quello che fece Gianfranco Fini, nel 1995, con la cosiddetta svolta di Fiuggi con cui sciolse il Movimento Sociale fondando Alleanza Nazionale, con cui abbracciò capitalismo, atlantismo, europeismo condannando ogni collegamento dal fascismo.
«Senza contare le forti pulsioni filo russe di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi»
Meloni non ha mai condannato in maniera inequivocabile le forze di estrema destra esterne al suo partito e il timore che queste liason possano creare imbarazzi futuri non è cosi peregrino. Senza contare le forti pulsioni filo russe di Salvini e Berlusconi, che inevitabilmente genereranno non pochi problemi.
Un periodo di alta inflazione, elevati tassi di interesse e bassa crescita rischia di essere fatale per uno stato molto indebitato come l’Italia. Draghi ha insegnato che per rendere accettabile il rapporto debito/pil è importante fare crescere il prodotto interno Lordo.
Se, come pare, il governo Draghi riuscirà a fare approvare i decreti attuativi relativi alla prima parte del Pnrr, il futuro Governo dovrà resistere alla tentazione di effettuare politiche troppo assistenziali per fare fronte all’emergenza energetica.
Se Fdi riuscirà a mettere in atto la politica di rilancio delle infrastrutture che intende implementare e a fare diventare l’Italia un Hub energetico del mediterraneo, grazie ai gasdotti che la raggiungono dal Nord Africa il Pil italiano potrebbe avere ancora una crescita in grado di rendere sostenibile il debito.
«L’Europa oggi non potrebbe permettersi una riedizione dalla crisi Greca»
Inoltre, il nuovo governo – come altri paesi europei – chiederà un adeguamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in vista del massiccio aumento dei prezzi delle materie prime. Si tratta del piano nazionale per la costruzione e la resilienza, che mira ad attutire i danni economici e sociali causati dalla crisi del coronavirus in Italia. Il piano include investimenti e riforme in vari settori.
La cartina di tornasole dello stato di salute del governo sarà, come sempre, lo spread fra Btp e Bund. Se salirà in maniera permanente verso quota 450-500 punti base, suonerà coma campana a morto per il nuovo esecutivo. L’Europa oggi non potrebbe permettersi una riedizione dalla crisi Greca figurarsi se potrebbe permettersi la crisi di un peso massimo come l’Italia.
Carlo Calenda, leader di Azione, che si candida al ruolo di terzo polo, ha già lanciato l’idea di un nuovo governo «Ursula». Ora sembra solo un’ipotesi di scuola o il pio desiderio di una forza attualmente fuori dai giochi. Ma in caso di fallimento del governo di centrodestra potrebbe essere la medicina meno amara per il popolo italiano.
Giuseppe Wrzy è un pubblicista ed esperto economico italiano.