Terra baciata dal sole e famosa per gli spettacolari panorami, il Ticino ha fra le sue tante attrattive anche un’antica tradizione vinicola.

Il clima mite che vi regna favorisce la produzione di vini molto speciali, primo fra tutti il Merlot, il cui vitigno – di gran lunga il più diffuso nella regione – rappresenta oltre l’80 per cento delle uve che crescono nella Svizzera italiana.

Il primato in termini di cultura vinicola va al Mendrisiotto, che non a caso partecipa al progetto Swiss Wine Tour con un ampio ventaglio di attività enogastronomiche.

Ne è un esempio il tour Bike & Wine, che ogni sabato da aprile a ottobre invita a montare in sella alla bicicletta e a perdersi tra i filari, lungo percorsi sempre in discesa che portano di cantina in cantina alla scoperta dell’universo vitivinicolo del Mendrisiotto, tra degustazioni di vini pregiati e visite a produttori noti e meno noti.

Specialità della casa

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Tra questi trova posto, accoccolata sui dolci pendii della Val Mara, l’Azienda Bianchi. Coltivazione biologica e idee innovative sono i tratti distintivi dell’impresa familiare fondata nel 1998 da Marcy e Alberto Bianchi e oggi gestita dai figli, Gabriele e Martino, che si sono uniti a tempo pieno all’attività 8 anni fa l’uno e 7 anni fa l’altro.

Tra le specialità della casa spiccano vino, grappa e miele – e un inaspettato asso nella manica: una vecchia ricetta della nonna con cui i fratelli hanno conquistato la scena gastronomica ticinese. Si chiama Sambì (foto: sopra) ed è una bevanda a base di fiori di sambuco fermentati con un grado alcolico del 4.2 per cento. Una tradizione del Mendrisiotto che i Bianchi hanno salvato dall’oblio e riportato in auge.

Un piccolo grande rito

A tenere alto l’onore del Ticino come culla di pregiati nettari è, oltre al vino, la grappa. Caratterizzata da una crescente popolarità e da una straordinaria varietà, quella che un tempo era principalmente utilizzata come una panacea contro il mal di stomaco e il senso di pesantezza – funzione che, comunque, non le toglie nessuno – è oggi particolarmente apprezzata in ambito gastronomico, dove trova impiego nei dessert non meno che in salse di ogni tipo.

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La finezza e il gusto della grappa, che per essere commercializzata come tale deve avere una gradazione alcolica non inferiore al 37 per cento in volume, sono determinati dalle vinacce (bucce e vinaccioli) che vengono sottoposte a distillazione e dal legno in cui il distillato matura. La degustazione di una grappa, come quella di un vino, è un piccolo grande rito, fatto di piacere e tranquillità (slow food).

Lo è senz’altro all’Azienda Agricola e vitivinicola Cadenazzi di Corteglia, la cui visita abbina alla degustazione di grappe di produzione propria aneddoti sulla storia della tenuta e segreti sui processi di distillazione e di affinamento della grappa.