Il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, è un negoziatore esperto e sa che in una trattativa bisogna sapere quando blandire e quando minacciare.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Le recenti indiscrezioni pubblicate sul «Financial Times» (FT) secondo cui Commerzbank starebbe valutando il taglio di alcune migliaia di posti di lavoro nel tentativo di respingere le avance di Unicredit, non hanno agevolato il buonumore del manager.

Il piano, secondo «FT», dovrebbe essere presentato ai sindacati nelle prossime settimane e confluire nell’aggiornamento della strategia che la Ceo di Commerzbank, Bettina Orlopp, presenterà il 13 febbraio con l’obiettivo di dimostrare che la banca può migliorare la redditività e la remunerazione per i suoi azionisti anche da sola.

Punto del dibattito

La risposta è arrivata durante il WEF di Davos. «Credo che l'operazione Commerzbank sia eccellente per la Germania, per entrambe le banche perché sono complementari, per gli azionisti ma anche per i clienti», ha detto Orcel spiegando di essere rimasto sorpreso dall'opposizione che l'operazione ha incontrato dopo che inizialmente c'erano state interlocuzioni sia con la banca tedesca che con il governo per acquistare la quota statale nell'istituto.

«Ora non capisco bene quale sia esattamente il punto del dibattito». Orcel ha aggiunto che l'operazione è in una fase di stallo in attesa delle elezioni tedesche. «Spero di poter avere dopo le elezioni la possibilità di un’interazione. Le fusioni e acquisizioni aggiungono valore se vengono effettuate alle giuste condizioni, al momento giusto e nel modo giusto. Altrimenti meglio stare alla larga».

Doppio gioco

Orcel ha accusato i tedeschi di avere cambiato le carte in tavola ricordando che la sua banca è stata invitata a presentare un'offerta e che ha comunicato con tutte le parti. Il Ceo di Unicredit ha poi sottolineato che negli ultimi due anni e mezzo ha avuto diversi incontri con il governo tedesco e con la dirigenza dell'istituto tedesco.

«Commerzbank è stata la prima telefonata che abbiamo avuto al mattino per fare il punto della situazione», dopo aver acquisito un'importante partecipazione. «Da lì si è passati alla sorpresa. Immaginate la nostra, e poi si è passati all'ostilità o all'opacità».

La migliore offerta

«Siamo stati invitati, in realtà, dal governo, in quanto unici strategici ad acquistare la loro quota», ricorda il Ceo di Unicredit spiegando che eravamo la migliore offerta, e ci è stato chiesto di fare un'altra offerta a un prezzo maggiorato rispetto a quello che avevamo offerto per ottenere l'intera quota».

Dopo la tempesta. è ritornato il sereno e Orcel ha chiuso il suo intervento spiegando di non avere fretta di decidere cosa fare della partecipazione e di aspettarsi la possibilità di dialogare dall'esito delle elezioni di fine febbraio in Germania.

Ottimista su «Golden Power»

Oltre al Governo tedesco Orcel dovrà parlare a quello italiano per convincerlo a non bloccare con il «Golden Power» l’offerta su Banco Bpm. Unicredit, spiega il Ceo, è piuttosto ottimista sul fatto che riuscirà a convincere il governo italiano sull'operazione Banco Bpm dicendo che il golden power è «un'opportunità per sedersi al tavolo, ed è abbastanza strutturato» ma è anche un'occasione per evidenziare tutti gli elementi dell'operazione.

Orcel non ha poi voluto commentare le indiscrezioni su un possibile rilancio per Banco Bpm.

Punto di partenza

È «prematuro» ha detto ricordando che l'offerta attuale è un giusto «punto di partenza. Usciamo da tre anni di forte trasformazione e siamo pronti ad altri tre anni di successi abbiamo una squadra capace di gestire integrazioni importanti e di andare avanti con queste acquisizioni. Poi se non si riuscirà bene ma bisogna provarci».