Il ministro delle finanze italiano ha incontrato rappresentanti di Hedge Fund e fondi sovrani cui cercherà di vendere parte delle emissioni del 2024. Prime risposte positive.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

I giorni del World Economic Forum di Davos sono stati molto intensi per il ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti che si è diviso in una pluralità dia incontri one to one con rappresentanti di hedge fund statunitensi specializzati in titoli di stato, i ministri delle Finanze del Qatar e dell’Arabia Saudita, Ali bin Ahmed Al Kuwari e Mohammed Al Jadan, l’amministratore delegato di Bank of America Brian Moynihan, quello di Jp Morgan Jamie Dimon e il segretario alle Finanze di Hong Kong Paul Mo-Po Chan.

Tema centrale di questi incontri è stata la necessità di finanziamento del debito italiano del 2024. La cifra da trovare è particolarmente significativa. Considerati i livelli del fabbisogno e visto che da giugno la Banca centrale europea smetterà di reinvestire in metà dei titoli in scadenza comprati a partire dalla pandemia, Giorgetti deve trovare risorse per complessivi 450 miliardi di euro.

Si tratta di 150 miliardi di euro in più rispetto al rinnovo degli oltre 300 miliardi in scadenza. Nonostante le ottime risposte della clientela retail alle ultime emissioni, il Governo italiano si è reso conto che per potere centrare il risultato senza patemi avrà bisogno di un robusto apporto di investitori istituzionali qualificati. E’ presto per cantare vittoria ma le prima risposte ottenute use sono state classificate come «molto incoraggianti».

Banche italiane venderanno

Il recruiting di nuovi investitori in debito italiano è molto sensato anche alla luce di quanto spiegato dagli analisti di Societé Generale in un report dedicato al comparto. «È probabile – spiegano che le banche italiane restino lontane dall'obbligazionario sovrano italiano e che siano addirittura venditrici nette, come nel 2023. Di fronte ai rimborsi «Tltro III», le banche italiane devono mantenere uno sforzo di finanziamento, almeno temporaneo, e limitare la crescita degli attivi, e questo sarebbe coerente con la riduzione delle loro partecipazioni obbligazionarie».

La domanda da parte degli investitori retail nazionali è stata il motore del successo del Btp nel 2023. SocGen vede spazio per ulteriori acquisti da parte delle famiglie nel 2024.

Ma, allo stesso tempo, l'appetito degli investitori retail per i Btp dipenderà dai livelli di rendimento. Secondo SocGen, ipotizzando che le famiglie italiane acquistino Btp come nel 2023, gli acquisti netti esteri dovrebbero aumentare in modo significativo per colmare il gap del quantitative tightening.

Record richieste per Btp

L’inizio del 2024 è stato molto felice. Le prime due aste hanno fatto registrare un boom di richieste da parte degli investitori. Nel dettaglio il Tesoro italiano ha collocato via sindacato 10 miliardi di euro di Btp a 7 anni con scadenza a febbraio 2031. Le richieste da parte degli investitori hanno superato 73 miliardi di euro.

Il Tesoro, sempre via sindacato, ha poi riaperto il Btp trentennale al 1* ottobre 2053. In questo caso sono stati collocati 5 mld euro di titoli, con spread di 21 punti base sopra al Btp a settembre 2052. La domanda da parte ha superato i 91 miliardi di euro. In tutto, il Tesoro ha raccolto una domanda per oltre 164 miliardi a fronte di 15 miliardi di debito immessi sul mercato.