Il Ministero delle Finanze approfitta del clima positivo creato dalla decisione di Moody's di alzare l’outlook sul rating dell’Italia e avvia la cessione della banca.
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha rotto gli indugi e ha venduto il 25% del capitale del Monte dei Paschi di Siena attraverso una procedura di Accelerate Book building che ha portato a un incasso di 920 milioni di euro.
Per il Governo italiano si tratta di un indubbio successo anche perché l’iniziativa ha innescato un entusiasmo che ha portato a risultati molto superiori alle attese.
Non c’era tempo da perdere
Quando Giorgetti ha visto che Moody's ha migliorato le prospettive sul rating Baa3 dell’Italia, portandolo da negativo a stabile, ha realizzato che non c’era tempo da perdere e ha attivato le banche che da tempo stanno lavorando alla vendita della banca per conto del Ministero delle Finanze. Nel dettaglio il ministero ha venduto 314.922.429 azioni ordinarie Banca Monte dei Paschi di Siena, pari al 25% del capitale sociale.
La domanda è stata estremamente sostenuta e pari a oltre 5 volte l'ammontare iniziale e ha comportato che l'offerta venisse incrementata dal 20% inizialmente offerto al 25% del capitale di B.Mps. A seguito dell'operazione, la partecipazione detenuta dal Mef nella banca scenderá dal 64,23% al 39,23% circa del capitale.
Azioni vendute a sconto del 4,9%
Le azioni sono state vendute a un corrispettivo unitario di 2,92 euro, per un controvalore complessivo di circa 920 milioni. Il corrispettivo incorpora uno sconto pari al 4,9% rispetto al prezzo di chiusura del giorno precedente ed è superiore di quasi il 50% rispetto al prezzo di sottoscrizione dell'aumento del capitale sociale della banca realizzato nel novembre 2022.
I dettagli finanziari dell’operazione sono decisamente migliori rispetto alle indiscrezioni che erano trapelate a ridosso dell’annuncio dell’apertura del processo di bookbuilding accelerato. Lo sconto del titolo era atteso fra il 6 e il 7% mentre l’incasso stimato era stimato nell’ordine dei 700 milioni di euro.
BofA Securities, Jefferies e UBS Investment Bank hanno agito come joint global coordinators e joint bookrunners. Il Ministero si è impegnato a non vendere sul mercato ulteriori azioni B.Mps per un periodo di 90 giorni.
Prima fase uscita Tesoro
«L'operazione – spiega il Tesoro in una nota – rappresenta la prima fase del più ampio processo che porterà il Mef a valorizzare pienamente la banca, nell'interesse della stessa e di tutti gli stakeholders, nel contesto del solido quadro patrimoniale e reddituale che caratterizza la banca e delle sue prospettive di ulteriore sviluppo». Il regolamento dell'operazione avverrà il prossimo 23 novembre.
L’identikit tracciato in ambienti finanziari indica come forti acquirenti delle azioni Mps in questo momento investitori istituzionali, molti dei quali già presenti nel capitale della banca. Il lock up di 90 giorni di fatto consentirà all’amministratore delegato Luigi Lovaglio di chiudere l’esercizio. Al momento non pare che possano emergere nuovi azionisti con quote vincolante quindi superiori al 3%.
Ogni futura eventuale integrazione con un’altra banca o un nuovo alleggerimento del Tesoro avrà quando saranno acquisiti i risultati 2023. E visto l’ottimo andamento dei 9 mesi non è un passaggio di poco perché potrebbe contribuire a fare innalzare ulteriormente il valore delle azioni e della banca.