L'ultima grande banca svizzera ha registrato nel secondo trimestre del 2023 un utile di 29 miliardi di dollari, condizionato dall’avviamento negativo legato al Credit Suisse, che ha registrato un'altra ingente perdita. UBS ha inoltre deciso di integrare completamente le attività nazionali di Credit Suisse.
Si tratta di un passo che molti avevano ipotizzato da mesi, ma che comunque solleverà un polverone in Svizzera e avrà ampie ripercussioni su tutto il polo nazionale della finanza. Giovedì, in occasione della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, UBS ha annunciato che integrerà completamente le attività svizzere del Credit Suisse, dopo che all'inizio dell'anno era stata costretta ad acquisire l'intero gruppo, un tempo la seconda banca del Paese, su pressione del governo e delle autorità di regolamentazione.
UBS ha inoltre annunciato un utile ante imposte di 29 miliardi di dollari, ampiamente influenzato dall'avviamento negativo legato all'operazione CS. Per questo motivo, i risultati dell'anno precedente non sono direttamente confrontabili. Da parte sua, il Credit Suisse ha continuato a perdere denaro, registrando una significativa perdita ante imposte, mentre la sola UBS ha registrato un utile netto di 2 miliardi di dollari.
Non perdere tempo
Nei documenti informativi UBS ha dichiarato di «non perdere tempo» nell'attuazione di quella che considera una delle più grandi e complesse fusioni bancarie della storia.
Un'analisi completa delle attività svizzere del Credit Suisse ha rivelato che la piena integrazione sarebbe probabilmente il risultato migliore per l'azienda, gli stakeholder e l'economia in generale, anche se le due entità continueranno a operare separatamente fino alla fusione legale prevista l'anno prossimo. Fino ad allora, e fino a quando tutti i clienti non saranno completamente migrati al sistema di UBS, cosa che si prevede avverrà nel 2025, il marchio e le operazioni del Credit Suisse rimarranno inalterati.
Secondo la banca, i clienti continueranno a ricevere gli stessi livelli di servizio e la base finanziaria consolidata del gruppo consentirà di mantenere invariate le esposizioni creditizie combinate.
Consolidamento del Credit Suisse
UBS ha dichiarato di aver proseguito l’azione di consolidamento di Credit Suisse e che la fiducia dei clienti nelle diverse attività sembra essere migliorata dopo la chiusura dell'operazione a giugno.
La banca ha inoltre affermato che porterà a termine la piena integrazione entro il 2026 e che prevede di realizzare risparmi sui costi per oltre 10 miliardi di dollari entro tale data. UBS ha inoltre dichiarato di aspettarsi un break-even per il terzo trimestre, ma un risultato complessivo del secondo semestre positivo.
Performance aziendale
Analizzando le performance dei diversi settori aziendali, UBS ha indicato che il Global Wealth Management ha registrato un modesto aumento dei ricavi dell'1% rispetto all'anno precedente, attestandosi a poco più di 4,7 miliardi di dollari, mentre il reddito netto da interessi è aumentato del 14% grazie all'aumento dei tassi che ha favorito anche i margini sui depositi.
Tuttavia è importante notare che il volume medio dei depositi è diminuito e le commissioni nette ricorrenti sono scese del 3% a causa degli impatti negativi derivanti dai mercati. Il livello delle nuove attività nette capaci di generare commissioni è stato di 12,6 miliardi di dollari a cui si è aggiunta nuova liquidità netta per un valore pari a 16,2 miliardi di dollari.
I ricavi delle attività provenienti dal personal e corporate banking sono aumentati di quasi un quarto e i profitti sono cresciuti di oltre la metà, grazie all’aumento dei tassi di interesse, mentre l’asset management ha registrato un calo dovuto alla vendita della joint venture Mitsubishi Corp-UBS Realty, avvenuta l'anno precedente. Anche i ricavi dell’Investment Bank sono diminuiti.
Attività in crescita
UBS ha affermato di aver registrato una ripresa del sentiment dei clienti e un aumento delle attività nel wealth management, sebbene le tensioni geopolitiche e la guerra tra Russia e Ucraina mantengano un clima di incertezza. L'istituto ha anche indicato di aspettarsi che i nuovi asset netti continuino ad essere positivi nei suoi settori wealth e asset management, e che questo insieme a valutazioni più elevate degli asset avranno un impatto positivo sui ricavi correnti.
I coefficienti patrimoniali e l’indice di leva finanziaria sono rimasti stabili nel secondo trimestre, così come i buffer di liquidità.