Nei primi tre mesi del 2023, il venture capital italiano ha frenato la sua corsa.
Nel dettaglio nel trimestre si sono registrati 48 investimenti in startup per 123 milioni di euro che determinano una contrazione del 16% in termini di volume e del 69% in termini di valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il raffronto risente anche del mega deal di Scalapay, del valore di 197 milioni di euro, registrato nel primo trimestre dello scorso anno. E’ quanto si apprende dall’analisi «2022 Venture Capital Scanner Italia» realizzata da Bain & Company sugli investimenti in startup sul mercato italiano.
Per il resto dell’anno, le prospettive sono legate al closing di pochi mega-deal su early e late stage, che possono contribuire a stabilizzare il valore complessivo di mercato.
Da gennaio deal rilevanti
«Da gennaio ad oggi», spiega Emanuele Veratti, Partner e digital practice leader di Bain & Company, «abbiamo comunque registrato deal rilevanti e, in un contesto globale di incertezza, questo rappresenta un segnale decisamente positivo. Nella seconda metà dell’anno sarà fondamentale il supporto istituzionale, in particolare la messa a terra delle risorse del PNRR destinate a transizione energetica e digitale. Questa liquidità sarà cruciale per sostenere il volume dei deal, fornire ulteriore spinta a questo mercato e replicare i numeri dello scorso anno».
Nel 2022 Italia in controtendenza
Nel 2022, infatti, gli investimenti in Venture Capital si sono contratti ovunque nel Vecchio Continente – in particolare in Germania e in Spagna – ad eccezione dell’Italia, unico Paese in controtendenza con un rialzo del 46%, insieme alla Francia che ha fatto registrare un progresso molto più contenuto pari all’1%.
Il 2022 si è rivelato un anno record per i finanziamenti di Venture Capital nel nostro Paese, con investimenti a quota 1,6 miliardi di euro.
Svizzera pesa il doppio dell’Italia
Tuttavia, l’Italia, con un peso del 2%, ricopre ancora un ruolo marginale nel panorama Venture Capital europeo, che è guidato da Regno Unito, Francia e Germania, mercati storicamente più maturi e che hanno assorbito rispettivamente il 31&, il 16% e il 15% di tutti gli investimenti in Venture Capital fatti in Europa nel 2022.
La Svizzera ha fatto segnare un peso doppio rispetto all’Italia con investimenti per 3,1 miliardi di euro pari al 4% del totale.
Molto spazio per crescita
I risultati registrati in Italia lo scorso anno confermano il trend di crescita del Venture Capital, che ha messo a segno il secondo anno consecutivo con investimenti sopra quota 1 miliardo. L’Italia continua a giocare un ruolo centrale e pionieristico nel mondo della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo del talento.
Tuttavia, c’è ancora molto spazio per una crescita sistemica degli investimenti in startup ed è necessario e urgente accelerare sulla forte frammentazione ancora esistente in termini di investimenti in Venture Capital nel Paese.
«Se la Lombardia, ed in particolare l’area di Milano, si conferma l’hub principale in termini di innovazione – seguito da Toscana e Lazio - il resto del Paese continua a mostrare un forte gap», ha commentato Veratti.
Lombardia in vetta
La Lombardia anche lo scorso anno ha guidato il mercato italiano del Venture Capital italiano, con 1,3 miliardi di euro investiti (circa l’80% del totale). Seguono la Toscana, con 77 milioni di euro investiti (5% del valore totale del mercato) e il Lazio, con il 3% del mercato (56 milioni di euro).
Rimangono indietro Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia con poco più di 8 milioni di euro di investimenti complessivi.