La nomina di Fabrizio Palenzona a Presidente di Fondazione CrT rende Andrea Orcel ancora più forte.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
La Fondazione Crt di Torino è la terza fondazione di origine bancaria italiana per patrimonio. Dalla sua nascita, nel 1991, ha erogato più di 2 miliardi di euro per oltre 42.000 progetti.
Ha un patrimonio netto di 2,3 miliardi di euro e dispone di oltre 3 miliardi di euro investiti in partecipazioni. Più nel dettaglio ha in portafoglio, secondo le risultanze del bilancio 2021, l’1,65% Unicredit, il 4,54% di Mundys (ex Atlantia), l’1,54% delle Assicurazioni Generali, il 5,498%di Banco Bpm.
A questo va aggiunto che la Crt, insieme alle colleghe Compagnia di Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Fondazione di Sardegna, sono le uniche ad avere una quota della Cassa Depositi e Prestiti superiori dell’1,5%. Alla guida di questo piccolo, grande, colosso locale siede, dallo scorso 18 aprile, Fabrizio Palenzona.
Allievo di Donat Cattin, sostiene Giorgia Meloni
Allievo politico di Carlo Donat Cattin nella Democrazia Cristiana è stato a lungo sindaco di Tortona e poi, con la tessera della Margherita, presidente della Provincia di Alessandria.
Nella Dc piemontese nasce il legame con Guido Crosetto, oggi ministro della Difesa, con cui condivide il sostegno a Giorgia Meloni. Salutando il nuovo esecutivo ha spiegato che «con Giorgia Meloni è ritornata la politica ed è la politica che dà una strategia al Paese, che guida e non segue.
Siamo tornati ad essere un paese democratico, con la dialettica tra i partiti, e non con quella fuffa che abbiamo visto in questi ultimi trent’anni».
King maker in Crt
Non è un novizio della Fondazione di cui, anzi, da sempre viene considerato un king maker.
Si legge nel suo curriculum, «dal 1995 al 2000 è stato Consigliere di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, contribuendo alla costituzione di UniCredito S.p.A., nata dalla fusione della Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Verona e Cassa di Risparmio di Treviso con il Credito Italiano».
Il camionista
La sua carriera parte da lontano. Nel 1981 fonda e dirige fino al 1995 l’impresa consortile Unione Italiana Autotrasportatori, primo e pressoché unico esempio di successo di consorzio di imprese di autotrasporto strutturate. Questo gli varrà l’appellativo del «banchiere camionista» con cui lo hanno marchiato coloro, e sono tanti, che non lo amano. Ma Palenzona è molto più di questo.
Dal 1999, data della sua nascita, al 1°marzo 2017 è stato vicepresidente di UniCredit. E ‘stato consigliere per due mandati nel Cda di Mediobanca di cui era membro del Comitato esecutivo.
Per oltre un decennio, dall’aprile 2007 al marzo del 2016 è stato presidente di Adr-Aeroporti di Roma che, grazie al suo lavoro, hanno intrapreso una strada che ha portato lo scalo di Fiumicino alle vette mondiali.
Non ama le interviste e il presenzialismo
Pur essendo uno degli uomini più influenti d’Italia, o forse è meglio dire proprio perché è uno degli uomini più influenti d’Italia, è poco incline alle interviste e meno che mai al presenzialismo.
La fonte più preziosa di notizie sul suo conto è il profilo autobiografico che Palenzona stesso ha dato a Beppe Ghisolfi e racchiuso nel best seller Banchieri, in cui spiega il suo modo di concepire la banca.
«L'ingegneria finanziaria ha un senso, purché sia finalizzata all'economia reale – scrive Palenzona – I banchieri non fanno soldi con i soldi, o meglio non dovrebbero fare soltanto quello: i banchieri sono gente che dovrebbe stare lì, di fronte alle comunità, con il compito di sapere e indicare come si può fare a permettere alle comunità di ottenere il credito nel modo migliore e vantaggioso possibile, e di intraprendere senza troppe paure e riducendo i rischi».
Torino indifferente a nomina
Torino ha accolto la nomina di Palenzona con apparente indifferenza mentre 134 chilometri più ad est, a Milano, l’evento ha causato reazioni febbrili nella consapevolezza che si sta per aprire una stagione nuova.
Fondazione Cariplo, la più importante fondazione italiana con un patrimonio di poco inferiore agli oltre 8 miliardi di euro a che controlla il 3,948% di Intesa Sanpaolo, potrebbe finalmente tornare ad avere un antagonista forte nelle partite politiche e finanziarie italiane.
Grande elettore di Andrea Orcel
Palenzona, grande elettore di Andrea Orcel, è da sempre convinto della necessità di un matrimonio fra Unicredit e Banco Bpm mentre la Fondazione Cariplo far il tifo per il Credit Agricole che ha imparato a conoscere negli anni di presenza comune nell’azionariato di Banca Intesa.
Ma Palenzona impatterà su tutte le grandi partite finanziare a partire da quella su Mediobanca e Generali. E sarà tutto tranne che un impatto marginale.