Il Mercato degli Npl italiani è sempre piu territorio femminile. E la musica sta cambiando anche ai vertici delle banche.


Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista ed esperto economico italiano di finewsticino.ch


1. Marina Natale, Amco

Marina Natale 222

La DBRS, agenzia globale di rating del credito, stima una robusta ripresa dei volumi dei crediti deteriorati. Questo significa che Amco, l’Asset Management Company del Ministero dell’Economia e delle Finanze avrà un annata piena di lavoro e con lei il suo storico amministratore delegato Marina Natale.

I concorrenti faticano a riconoscere la sua primazia nel mercato degli Npl, alcuni la chiamano perfidamente «la Signora delle sofferenze». Rimane il fatto che Amco, che ha appena approvato il Piano Strategico 2025 denominato made in Amco, che prevede, tra l’altro, acquisti di nuovi portafogli per 7,5 miliardi di euro, giocherà un ruolo di assoluto rilievo.

Braccio destro Alessandro Profumo all’epoca della comune militanza in Unicredit, ha partecipato attivamente alle offerte su Hvb e Capitalia.

2. Viviana Ascani, CF+

Viviana Ascani 333

Dal 2018 è la Cfo del Credito Fondiario. Nel 2022, dopo la ristrutturazione del gruppo, ha assunto lo stesso ruolo nella nuova entità Banca CF+. In uno scenario di deterioramento dei crediti, si trova ad essere la donna dei numeri in un’azienda che ha come claim «il tuo Business è cogliere occasioni al volo. Il nostro è darti credito in fretta».

Non esattamente un gioco da ragazzi. E’ un manager molto apprezzato dall’azionista di riferimento della banca, il Fondo Statunitense Elliott che potrebbe, secondo alcuni osservatori, pensare a lei per cariche operative in altre società controllate.

3. Elena Goitini, Bnl

elena goitini

E’ amministratore delegato di Bnl-Bnp Paribas dal 2021, la prima donna a divenire capo operativo di una grande banca italiana. Insieme al presidente (ed ex a.d.) Andrea Munari sta disegnando il futuro della banca dopo che, sempre nel 2021 è terminata la presidenza di Luigi Abete, durata ventitré anni.

La prima mossa è stata l’addio alle funzioni centralizzate su Roma con l’istituzione di cinque nuove direzioni territoriali (Nord Ovest, Nord Est, Centro Nord, Centro e Sud), che inglobano i mercati retail, private, Sme (piccole e medie imprese), corporate, pubblica amministrazione, e che rispondono al nuovo dg Marco Tarantola.

4. Elena Lavezzi, Kuda

Elevana Lavezzi 444

L’uscita di Elena Lavezzi da Revolut per assumere la carica di Chief Strategist officer della neobank nigeriana Kuda è stato uno degli eventi clou del mondo Fintech italiano del 2022.

Lavezzi, che in Revolut era general Manager per l’Italia e il sud Europa, è considerata la regina italiana delle startup. E’ l’unica ad aver lavorato in tre «unicorni», ovvero tre start up ad alto impatto sul mercato che hanno superato in borsa il valore di un miliardo di euro o dollari di capitalizzazione.

Prima «Uber», poi «Circle» e quindi «Revolut». L’obiettivo è quello di repliche i successi del passato anche nella nuova avventura. Nata con la convinzione che il continente africano possa essere il nuove Eldorado del settore Fintech.

5. Lorena Pelliciari, FinecoBank

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Cfo di Fineco Bank sin dalla sua fondazione nel 1999 è una banker di lunghissimo corso, la cui esperienza nel settore bancario è iniziata nel 1980. E’ uno dei manager maggiormente attento ai temi della diversity, tanto che la metà dei suoi collaboratori e riporti diretti sono donne.

E’ uno dei collaboratori più stretti di Alessandro Foti. La sfida è quella di continuare a crescere su base stand alone e di migliorare ulteriormente la raccolta che lo scorso mese di dicembre ha raggiunto un nuovo massimo storico a 1,589 miliardi di euro.

Fare sempre meglio diventa ogni giorni più difficile.

6. Anna Tavano, Hsbc

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Anna Tavano, co-head of global banking per l’Europa continentale e capo del global banking in italia. Ping An Insurance Group, il maggiore azionista di Hsbc, chiede dai tempo la separazione delle attività asiatiche, ampiamente redditizie, da quelle occidentali, spesso in rosso.

La recente vendita delle attività canadesi a Royal Bank of Canada è stata un successo. Tavano ha vissuto tutte le evoluzioni del settore finanziario gli ultimi 25 anni. La sfida di fare cambiare idea al suo maggior socio è una delle più severe che le siano capitate.

7. Patrizia Micucci, NB Aurora

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Negli ambienti finanziari la chiamano, rispettosamente, «Lady Hammer». Il soprannome glielo hanno affibbiato i colleghi statunitensi quando lei, prima donna, era divenuta capo di Lehman Brothers in Italia. Giusto per rendere l’idea del carattere di Patrizia Micucci.

Che, per inciso, è stata anche la prima donna a capo di una banca, Società Generale, in Italia e oggi è il managing director di NB Aurora. La sua sfida più gravosa è rimanere all’altezza della propria fama.