A pensarci bene, è sorprendente il tempo che Julius Baer ha impiegato per trovare il candidato giusto. A quanto pare, alcuni candidati non si sentivano sicuri della propria capacità di far crescere stabilmente il prezzo delle azioni. La situazione cambierà con il nuovo CEO?
Tutto sommato, la nomina del nuovo CEO della tradizionale banca zurighese è filata via liscia. Il risultato, annunciato improvvisamente martedì, è piuttosto sorprendente: prenderà il timone Stefan Bollinger, 50 anni, cittadino svizzero con una vasta esperienza bancaria internazionale. Ha imparato il mestiere da zero, iniziando come tirocinante nel settore bancario e raggiungendo le vette dell'alta finanza presso Goldman Sachs.
Il Presidente di Julius Baer Romeo Lacher, a questo punto, ha indubbiamente messo a segno un colpo che sembrava sempre più difficile da realizzare man mano che la ricerca si protraeva. Tra l’altro, ha saggiamente evitato di affidare la guida operativa della banca a uno di quegli insoddisfacenti modelli di co-leadership che sono diventati frequenti nel settore bancario, anche se è risaputo che raramente danno risultati e che di solito rappresentano un misero compromesso.
Responsabile della futura strategia di investimento
Bollinger si è qualificato come futuro CEO di Julius Baer non solo per le sue esperienze presso datori di lavoro prestigiosi come Goldman Sachs, J.P. Morgan o la Banca Cantonale di Zurigo (ZKB), e non solo perché ha lavorato in aree diverse come il trading, la strutturazione dei prodotti (di prodotti e negoziazioni), le vendite, la tesoreria e la gestione patrimoniale, ma soprattutto perché porta con sé un'esperienza anglosassone. Oltre che a Zurigo, ha lavorato a Londra, New York, Hong Kong e Lussemburgo. E questo è ciò che conta.
Dovrà essere lui a «promuovere» la futura strategia di investimento di Julius Baer presso gli analisti finanziari prevalentemente anglosassoni e gli opinionisti di tutto il mondo. Del resto, chi può farlo meglio di uno svizzero che conosce bene il settore finanziario globale?
La disastrosa distruzione di valore
Sede della Banca Julius Baer a Zurigo (Immagine: finews.ch)
Alla fine, non è tanto l’AUM (asset under management) quanto il valore del titolo Julius Baer quotato alla Borsa svizzera, a determinare il successo o il fallimento di ogni CEO.
Il titolo Julius Baer ha bisogno urgentemente di una spinta. Quando Boris Collardi ha annunciato le sue dimissioni da CEO della banca il 27 novembre 2017, il titolo era scambiato a 60 franchi. Oggi si aggira intorno ai 50 franchi, il che rappresenta una chiara distruzione di valore durante l'era di Bernhard Hodler e di Philipp Rickenbacher poi.
Dichiarazione semplice
A pensarci bene, è sorprendente il tempo che Julius Baer ha impiegato per trovare il candidato giusto. A quanto pare, alcuni candidati non si sentivano sicuri della propria capacità di far crescere stabilmente il prezzo delle azioni e chiedevano per contro stipendi fissi elevati. Il comitato per le nomine di Julius Baer evidentemente non ne è rimasto entusiasta.
Bollinger dimostra, invece, di credere in questa banca tradizionale con sede a Zurigo, che ha urgentemente bisogno di una figura dirigenziale di questo calibro alla sua guida, a partire dal febbraio 2025. Il suo approccio è sottolineato anche dalla sua prima dichiarazione, molto semplice, rilasciata martedì dopo l'annuncio della sua nomina, quando ha affermato: «Sono onorato di guidare questa istituzione storica».