L’esecutivo sta studiando la forma legale per creare un fondo di fondi che investa nelle Pmi italiane quotate. Cdp avrà il 49% obiettivo è evitare delisting a sconto e fuga delle eccellenze.
Il Governo si muove a sostegno delle Pmi, in particolare di quelle quotate. Le Piccole e medie imprese sono l’architrave dell’economia italiana e il successo delle quotazioni sul segmento dedicato, l’Egm di Borsa Italiana, dimostra come gli industriali italiani siano sempre più disponibili ad andare in quotazione.
Il problema è che si tratta di un mercato ancora molto poco liquido con evidenti danni alla capitalizzazione delle società stesse e alla conseguente mancata crescita. Anche se il rischio maggiore è quello di offerte a sconto da parte di concorrenti esteri che riescono a portare via gioielli industriali a poco prezzo
Poca liquidità
Una ricerca recente di Websim Corporate evidenzia come le società del segmento Egm di Borsa Italiana scambiano con uno sconto del 50% rispetto a quelle del segmento principale e che la già poca liquidità che le caratterizza è scesa di un ulteriore 16% da inizio 2024.
Al 31 dicembre 2023, il listino Egm contava 203 società (ora sono 204) con una capitalizzazione totale pari a 8,1 miliardi di euro, in calo rispetto ai 10,5 miliardi di euro di fine 2022. L’iniziativa dell’Esecutivo, che era trapelata sulla stampa specializzata nel corso delle passate settimane, è stata annunciata durante un convegno Assonext, l’associazione che raggruppo le Pmi quotate.
Fondo a un passo
«Siamo ad un passo dal fondo dei fondi, dal realizzare un contenitore che possa investire in comparti differenziati, a seconda di quelle che sono le piccole e medie imprese italiane, che possa investire capitale pubblico e privato insieme, con apporto di equity» ha spiegato il sottosegretario all'Economia Federico Freni partecipando al convegno 'Il mercato delle Pmi' organizzato da AssoNext. «Serve una legge, un contenitore normativo adeguato, e siamo al lavoro con Cdp per farlo» ha aggiunto, precisando che le risorse verranno da Cdp e «da tutti gli investitori privati che riterranno di aderire a questo contenitore».
Nel dettaglio il Governo starebbe pensando di attivare il fondo attraverso Patrimonio Destinato, lo strumento di sostegno istituito dal decreto Rilancio, gestito da Cassa Depositi e Prestiti, finalizzato a sostenere il rafforzamento patrimoniale delle imprese italiane con fatturato superiore a 50 milioni di euro.
Patrimonio Destinato a oggi ha una dotazione di 300 milioni di euro e, secondo quanto si apprende, potrebbe essere portata a 500 milioni. La prospettiva è di realizzare una società in cui CdP sia al 49% e che, quindi, potrebbe avere una capacità di spesa iniziale di 1 miliardo di euro.
Risorse da economia reale
Giulio Centemero, membro della commissione Finanze e promotore del progetto di modifica di Patrimonio Destinato si è detto entusiasta dell’apertura del Governo.
«L’anno scorso – ha spiegato – all’assemblea di Assonext lanciammo il progetto del Ddl Capitali, che si è poi trasformato in realtà. Federico Freni ha lanciato un’idea di cui cominciammo a parlare nel 2018: un fondo di fondi che indirizzi risorse sull’economia reale. Un punto di partenza è la modifica del regolamento di Patrimonio Destinato, un progetto per cui ho già presentato un emendamento e su cui stiamo lavorando concretamente».
Al fianco della Cassa Depositi e Prestiti, che avrà una percentuale del 49%, l’esecutivo punta ad aggregare banche, assicurazioni, fondi pensione e altri soggetti privati.