La consueta indagine realizzata da Intesa Sanpaolo, giunta alla sedicesima edizione, evidenzia come il fatturato delle imprese distrettuali sia cresciuto nel 2023 del 20% sui livelli precordi. l’Italia non è più il fanalino dia coda Ue.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

La sedicesima edizione del Rapporto annuale che il Research Department di Intesa Sanpaolo dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali. Il Rapporto offre una fotografia aggiornata della situazione economico-reddituale delle imprese distrettuali.

Ne emerge un quadro confortante sullo stato di salute delle imprese, tutt’altro che scontato visto il periodo di forte turbolenza e incertezza che ha caratterizzato gli ultimi anni. Nel 2023 il fatturato delle imprese distrettuali è visto in crescita dello 0,8% rispetto al precedente anno. L’aumento rispetto ai livelli pre-covid del 2019 è decisamente più corposo e pari oltre il 20%.

Front runner della crescita nazionale

Il trend è destinato a rimanere positivo anche nei prossimi anni, con il fatturato visto in crescita dell'1,1% nel 2024 e del 2% nel 2025. «L'Italia non è più il fanalino di coda dell'Europa: dal 2010 al 2019 la crescita cumulata del Paese è stata pari allo 0,9%, contro il +12,4% dell'area euro», ha commentato Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo.

«Invece, se guardiamo alla crescita da fine 2021, incluse le previsioni per il 2024, Italia segna un +5,7%, contro il +4,4% dell'area euro, del +1,5% della Germania, del +3,9% della Francia e del +10,2% della Spagna». E i distretti «sono un front runner della crescita nazionale». L’analisi ha preso in esame i bilanci di circa 20.800 imprese.

Secondo gli esperti, l'oreficeria di Valenza è il primo distretto in termini di performance di crescita, redditività e patrimonializzazione, seguito dalle macchine agricole di Reggio Emilia e Modena e i vini e distillati del bresciano.

Superbonus ha generato inflazione

Il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, intervenendo alla presentazione del rapporto ha spiegato quale è stato l’impatto del superbonus edilizio varato nel 2020 sotto la presidenza del consiglio di Giuseppe Conte e che è considerato dall’attuale esecutivo il maggiore responsabile dell’impennata del deficit italiano.

«Il Superbonus – ha detto Gros-Pietro – ha inciso principalmente sulla finanza pubblica ma anche sull'inflazione». «Quando – ha aggiunto – si possono fare degli interventi edilizi completamente gratis la spesa va. C'era un meccanismo perverso che faceva schizzare i prezzi. La spinta all'inflazione arrivata da questo strumento è stata fortissima. Va comunque sottolineato che il superbonus ha anche aiutato il rimbalzo dopo il Covid».

Un’analisi di lungo periodo

L’analisi ha inoltre evidenziato che è proseguito il processo di rafforzamento patrimoniale delle imprese distrettuali: il patrimonio netto in percentuale del passivo è salito sopra la soglia del 30% nei distretti, leggermente superiore ai valori osservati al di fuori dei distretti.

Un’analisi di lungo periodo sui bilanci aziendali mostra come questa percentuale si sia raddoppiata in venti’anni (era di poco sotto il 16% nel triennio 1998-2000).

Maggiori investimenti in rinnovabili

Lo studio evidenzia inoltre che sono in crescita gli investimenti delle imprese distrettuali diretti a efficientare i processi produttivi e a potenziare l’autoproduzione di energia. Resta alta l’attenzione ai costi energetici, anche perché, nonostante il rientro parziale delle quotazioni, il quadro resta caratterizzato da incertezza e volatilità.

L’analisi delle bollette energetiche evidenzia che un quarto delle imprese distrettuali tra il 2019 e il 2023 è riuscito a contenere al 4% l’aumento dei pagamenti alle utility energetiche; si tratta molto probabilmente delle aziende più attive sul fronte delle rinnovabili e dell’efficientamento dei processi produttivi.

Tecnologia e capitale umano

Nei prossimi anni, conclude l’indagine degli economisti di Intesa Sanpaolo, potrà proseguire il processo di rilancio competitivo del tessuto distrettuale italiano. Tecnologia e capitale umano continueranno a essere le priorità.

Il cambiamento climatico in corso imporrà poi una gestione più consapevole ed efficiente della risorsa idrica, oltreché un’attenzione particolare ai rischi idrogeologici. Secondo le nostre stime, il 15% delle imprese distrettuali è esposto a un rischio alluvione medio o elevato.