Il banchiere ticinese chiede che nascano nuovi campioni globali nel settore bancario, vecchia ambizione del suo omologo in Unicredit. Italia sempre centrale nel business di UBS.
Sergio Ermotti ha effettuato una full immersion di quarantotto ore nel gotha finanziario milanese per illustrare la «view» e il futuro della banca e riannodare alcuni legami che si erano allentati in conseguenza della fusione forzata fra UBS e Credit Suisse.
In un‘intervista concessa al «Sole 24 Ore», il Ceo di UBS ha declinato un concetto molto caro al suo omologo di Unicredit, oltre che amico di lunga data, Andrea Orcel, ovvero che anche nel settore bancario servono campioni globali e che «anche l’Italia può fare la sua parte».
Il destino dell’Italia è legato all’Europa
E sa perfettamente di cosa parla visto che il colosso svizzero che guida è la prima banca al mondo per asset in gestione con oltre 5 mila miliardi di dollari in portafoglio ed è presente in 50 Paesi.
Ermotti ricorda che il destino dell’Italia è legato all’Europa. «Tra due poli come Usa e Cina la competizione può esistere solo nell’ottica di un rafforzamento dell’Ue. Ma serve una vera integrazione. E l’Italia può giocare un ruolo proattivo».
Pure illazioni
La sollecitazione di Ermotti riguarda non solo Orcel ma anche Carlo Messina e la sua Intesa Sanpaolo. Solo queste due banche possono alimentare l’ambizione di creare, con un’acquisizione transfrontaliera, un colosso bancario europeo con una capitalizzazione che si avvicini ai 100 miliardi di euro.
I target ipotetici, individuati dai report degli analisti senza che ci sia mai stata una notizia anche solo accennata a riguardo, sono gli stessi per entrambe: uno francese, Société Générale e uno tedesco, Commerzbank. Ma finora siamo alle pure illazioni.
Unicredit sempre nel cuore
«Vedo capacità di consolidamento nel mercato italiano, perché gli spazi per creare realtà ancora più forti ciò sono. Ma sarebbe positivo pensare di creare campioni internazionali», ha aggiunto il Ceo di UBS.
Ermotti non dimentica che proprio Unicredit ha realizzato una delle maggiori operazioni transfrontaliere europee acquistando HVB e Bank Austria sotto la guida di Alessandro Profumo.
L’importanza dell’Italia per UBS
«L’idea – ha ricordato – ha funzionato finché la crisi finanziaria non ha resettato tutto facendo diventare quello che era un asset come un elemento problematico. oggi ci sono soggetti con il respiro e la capacità per crescere con operazioni cross border. Anche perché farlo organicamente è praticamente impossibili».
Ermotti ha inoltre ribadito l’importanza dell’Italia per UBS. «Qui – a spiegato – abbiamo una presenza radicata da tempo con circa 57 miliardi di asset in gestione e c’è molta ricchezza. Portiamo il nostro modello di banca globale ma specializzata su segmenti di gestione patrimoniale, per essere complementare o alternativa alle altre banche del Paese dando accesso a prodotti e servizi unici».
Facciamo maratona non sprint
Il banchiere ha poi espresso soddisfazione per lo stato di avanzamento dell’integrazione fra UBS e Credit Suisse che, ha ricordato, «è una maratona non uno sprint» e come tale ha necessità dei suoi tempi».
«L’operazione è entrata nella fase due che prevede entro giugno la fusione delle due società in 50 Paesi. «A fine 2026 – ha aggiunto – ci aspettiamo di raggiungere la redditività che UBS aveva prima dell’operazione».