Da settembre 8 Bancomat a Palermo e 11 in tutta la Sicilia sono stati assaltati con l’esplosivo.
Non accadeva da oltre un decennio cha la cronaca nera siciliana fosse interessata da tanti tentativi di furti ai danni degli sportelli bancomat, fatti con esplosivi, spesso rudimentali. Negli ultimi tre mesi se ne sono contati 8 nella sola a Palermo e provincia e 11 in tutta la Sicilia. Il modus operandi dei rapinatori è praticamente identico, tanto che gli investigatori pensano che si possa trattare di una sola banda che opera con differenti batterie.
Quel che è certo è che non si tratta di professionisti di primissimo livello come quelli che, in passato, sigillavano i bancomat con il silicone e li facevano brillare una miscela di ossigeno e acetilene. Nelle rapine consumatesi in queste settimane è stato usato tritolo da cava collegato a inneschi assai rudimentali con il risultato che in cinque casi i ladri non sono riusciti a portare via nemmeno una banconota.
Matrice identica
In tutte le rapine lo schema è stato sempre lo stesso. Due rapinatori arrivano in scooter, poggiano la carica e aspettano l’esplosione. Finora il colpo più remunerativo ha fruttato 50.000 euro.
«Ormai» spiega Gabriele Urzì dirigente della Fabi «chi ha un bancomat sotto casa non dorme la notte e sta attento quando entra ed esce da casa. Pensate cosa potrebbe succede se l'ordigno scoppiasse mentre qualcuno transita o, appunto si appresta a rientrare nel proprio stabile o sta per uscire. Forse si aspetta che ci scappi davvero il morto?», aggiunge.
«Le banche e le istituzioni finanziarie investano in sicurezza garantendo pattuglie private notturne e le Forze dell'Ordine, che però non possono fare miracoli, rafforzino, i controlli nelle ore notturne, assolutamente insufficienti. Ormai a Palermo è davvero Far West».
Sicilia non era zona a rischio
Questo genere di rapine fino all’inizio dello scorso anno erano appannaggio delle regioni del Nord della penisola. Studiando i dati pubblicati ad inizio del 2023 con riferimento agli attacchi ai Bancomat la Sicilia aveva un indice di rischio pari a 0 e nessuna provincia siciliana figurava fra le prime dieci più colpite. Questa lunga catena di colpi sono ovviamente destinati a invertire la tendenza.
Secondo i dati pubblicati dall’Ossif (centro di ricerca Abi sulla sicurezza anticrimine) gli attacchi agli Atm nel 2022 si erano registrati per il 41% nelle giornate di sabato prevalentemente nella fascia oraria che va dalle due e le cinque del mattino. Nel 58% dei casi sono stati usati gas e esplosivi, nel 26% si sono registrati attacchi con scasso e nel 16% attacchi con asportazione dell’intera apparecchiatura.
Aumentare vigilanza
«E’ necessario incrementare gli organici di polizia e carabinieri vista la recrudescenza di criminalità di ogni tipo a Palermo, – aggiunge Urzì – e le banche devono investire in sicurezza aumentando la vigilanza privata, anche notturna, soprattutto in alcune zone della città. E sul versante della prevenzione di furti e attacchi agli Atm le banche devono investire maggiormente».
Questo fenomeno va a impattare un tema, quello della desertificazione bancaria, già molto sentito nell’Isola. Su 391 Comuni siciliani, solo 253 al 31 dicembre 2022 avevano uno sportello bancario all’interno del proprio territorio. Questo significa che gli abitanti di 138 Comuni, oltre un terzo del totale, in Sicilia devono percorrere decine di chilometri per poter accedere ai servizi bancari, secondo i dati Bankitalia.