La decisione dell’Esecutivo di tassare «gli extraprofitti delle banche» ha generato malumore nelle fondazioni Bancarie. E Fabrizio Palenzona, che punta alla presidenza Acri, lo cavalca chiedendo benefici fiscali.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Fabrizio Palenzona, presidente della Fondazione Crt, ha usato il passo falso fatto dal Governo con la tassazione straordinaria delle banche, per rafforzare la sua campagna elettorale per approdare alla presidenza dell’Acri, che rinnova le cariche nel 2024.

Nel dettaglio ha chiesto uno «sgravio fiscale per le fondazioni», visto che il prelievo «avrà certamente un impatto negativo sui conti degli enti» che «dedicano circa l'85% delle loro risorse a iniziative sociali. Crt proporrà all'amico Francesco Profumo di avanzare questa proposta come Acri».

Destinate al welfare

Per capire perché Palenzona tenga all’Acri bisogna guardare alla potenza di fuoco dell’organizzazione che rappresenta le fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio.

Secondo i dati aggregati dei bilanci 2022 hanno un patrimonio contabile complessivo di 40,6 miliardi di euro con proventi finanziari per 424,9 milioni e una redditività lorda del patrimonio al 3,5%. L’avanzo di esercizio è di 906,6 milioni di euro e l’attività erogativa a 962,2 milioni di euro di cui erogazioni destinate al welfare per 332,3 milioni di euro.

Già vinto in Liguria e Piemonte

Il primo passo della campagna elettorale è stata l’elezione a presidente dell’Acri di Piemonte e della Liguria.

E’ stato eletto all’unanimità dall’assemblea della consulta, che riunisce 14 fondazioni, di cui 11 piemontesi e 3 liguri: la Fondazione Compagnia di San Paolo, le Fondazioni CR Torino, Cuneo, Alessandria, Asti, Biella, Fossano, Saluzzo, Savigliano, Tortona, Vercelli per il Piemonte; le Fondazioni Carige, Carispezia e Agostino De Mari-Savona per la Liguria.

Il voto a favore della Compagnia di Sanpaolo può avere una lettura diplomatica e una strategica. A capo della Compagnia di Sanpaolo, uno dei soci rilevanti di Intesa Sanpaolo, c’è Profumo attuale presidente dell’Acri che non potrà essere rinnovato per vincoli statutari.

Profumo punta a diventare presidente della Cassa Depositi e Prestiti al posto di Giovanni Giorno Tempini. Per questa nomina sarà essenziale potere contare sul 16% del capitale che fa capo a 65 fondazioni bancarie.

Guzzetti ancora in sella

Fondazione Cariplo, che ha una quota dell’1,5% del capitale di Cdp, da sempre gioca un ruolo di primo piano nelle vicende legate alla cassa. Il king maker è Giuseppe Guzzetti, che è stato presidente della Cariplo per oltre vent’anni e che, alla soglia dei 90 anni, continua ad essere uno dei personaggi chiave della finanza italiana.

Guzzetti non vuole Palenzona all’Acri e vuole fare eleggere Giovanni Azzone, attuale numero uno della Fondazione Cariplo. Azzone vanta un curriculum di rilievo sia in campo accademico sia come amministratore.

Nel 2018 Guzzetti lo ha chiamato a presiedere la Fondazione Comunità di Milano anch’essa figlia della Cariplo. Tra il 1999 e il 2006 sono nate 15 Fondazioni comunitarie, che hanno fatto da apripista alla diffusione del modello in altre parti d’Italia, oggi sono una quarantina con un patrimonio che sfiora i 300 milioni.

Salvini può vendicarsi

La nomina di Azzone è stato un piccolo capolavoro di diplomazia da parte di Guzzetti che ha creato un’inedito asse con Giancarlo Giorgetti della Lega, abbandonando il suo compagno di lungo corso Giovanni Bazoli che voleva un’altra nomina.

Anche Matteo Salvini ha visto sconfitto il suo candidato e oggi potrebbe fare scontare lo sgarbo a Giorgetti facendo prevalere Palenzona, assolutamente gradito a Giorgia Meloni.