L’approdo di Fabrizio Palenzona alla presidenza della Fondazione Crt potrebbe essere l’avvio di una profonda rivoluzione non solo per l’ente torinese ma anche per l’intero settore delle fondazioni di origine bancaria.
Non sfugge agli osservatori più attenti che nel 2024 scadrà il mandato dell’attuale presidente Francesco Profumo, numero uno dell’altra grande Fondazione torinese, la Compagnia di Sanpaolo, primo socio di Intesa Sanpaolo con una quota di poco inferiore al 10% del capitale.
Guzzetti non voleva Palenzona
Non è un caso che in ambienti finanziari milanesi si dica che Giuseppe Guzzetti, che è stato presidente della Fondazione Cariplo (azionista di Intesa al 5,03%) dal 1997 al 2019 e dell’Acri dal 2000 al 2019, abbia mosso tutte le leve che ha potuto per evitare l’intronamento di Palenzona.
Nonostante l’età non più verde, farà 89 anni a maggio, e l’assenza di incarichi operativi, Guzzetti è ancora considerato un deus ex machina del mondo delle Fondazioni, che ha difeso dall’assalto della politica per tutta la sua vita.
Palenzona è difensore delle Fondazioni
Anche Palenzona ha già difeso l’istituzione della fondazione da attacchi di nemici molto potenti. Nei primi anni del secolo Cesare Geronzi, che si divide la palma di banchiere più potente d’Italia dalla morte di Enrico Cuccia con Giovanni Bazoli, riteneva che le Fondazioni non sarebbero sopravvissute agli aumenti di capitale indispensabili alle maggiori banche per via delle regole di Basilea 3.
Palenzona rispose che le fondazioni sono una risorsa, non un problema spiegando che «i rafforzamenti di capitale sono necessari, ma ci sono anche ampi margini per vendite di asset e dismissioni di immobili». E così è stato quasi per tutte le grandi fondazioni.
Punta a economia sociale territori
Nel messaggio inviato a tutti gli stakeholder della fondazione dal Costa Rica dove si è recato a trovare la figlia, Palenzona, che per la sue fervente fede cattolica viene chiamato anche il Banchiere di Dio, in un afflato che sa molto di francescano, ha dettato la sua Regola.
«Sono nato a Pozzolo Formigara, tutta la vita è stata sul territorio e per il territorio. Il mio programma sarà improntato sull’economia sociale dei territori, cercando di offrire una risposta strutturata alla povertà e alla scolarizzazione dei ragazzi. Tanti pensano che un banchiere sia qualcuno che fa soldi con i soldi, poi alla fine le cose sono più semplici e limpide: ma se ricordi i tuoi piedi che affondano nel fango dello Scrivia, non distante da casa mia; se hai la zia che ti manda a raccogliere i“fichi, ovvero gli escrementi dei cavalli, perché sono buon letame per i gerani, capisci che un banchiere deve stare di fronte alla comunità e agevolarla nel credito».
A fianco del Governo per Pnrr
Palenzona vede un rapporto sempre più stretto fra Acri e Governo nella gestione del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le Fondazioni sono state a fianco dei piccoli Comuni nella fase progettuale prevista dai bandi, fornendo assistenza e formazione.
Tra il 2021 e il 2022, le Fondazioni hanno accompagnato le PA territoriali nella predisposizione dei progetti preliminari, per partecipare ai bandi versando oltre 30 milioni di euro per finanziare le competenze progettuali necessarie.
Qualche malcontento gli enti lo hanno mostrato al versamento di 55 milioni al Fondo per la Repubblica Digitale, che prevede 350 milioni di investimento in cinque anni per combattere l’analfabetizzazione digitale e che si vanno ad aggiungere ai 45 milioni che versano al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Troppo piccole
La legge finanziaria 2023 ha previsto per le fondazioni che dovessero decidere di fondersi un credito d’imposta pari al 75% delle erogazioni in denaro previste nei relativi progetti di fusione. Palenzona che ha palesato apertamente le simpatie politiche per Giorgia Meloni, punta a federare il maggior numero possibile di fondazioni nel Nord-Ovest.
Il matrimonio fra Crt e Compagnia di Sanpaolo rimarrà nei sogni di qualche politico poco avvezzo alle regole del conflitto di interessi, ma nei prossimi mesi potremmo vedere la fine di fondazioni ormai troppo piccole per stare ima piedi da sole e la nascita di un soggetto che riporti il Piemonte e il Nord-Ovest nei tavoli in cui si decidono le sorti economiche italiane.
Mai più Crt Attivista
Una cosa è certa. Fondazione Crt non avrà più intemerate attiviste come quella che lo scorso anno la portò a fianco di Caltagirone e Del Vecchio nella battaglia per Generali.