Il governo di Giorgia Meloni è nato con delle caratteristiche abbastanza lontane dalle premesse metodologiche della sua creatrice.

Dell'inviato Giuseppe Wrzy, pubblicista ed esperto economico italiano

Nel progetto iniziale avrebbe dovuto essere un esecutivo contrassegnato da una forte componente «tecnica». Le forti spinte degli alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che hanno chiesto un governo fortemente politico in modo da potere assegnare quante più poltrone possibili ai propri fedelissimi, consolidando così le posizioni interne, hanno indotto la Presidente del Consiglio a mutare strategia.

Il nuovo esecutivo italiano sarà composto da 19 ministri di cui 9 in quota Fratelli d’Italia (FdI) e 5 ciascuno per Lega e Forza Italia. I ministri tecnici sono cinque e tutti tra le fila di FDI. Va detto che si tratta di profili che, pur non essendo iscritti al partito, sono da sempre molto vicini a Giorgia Meloni, tanto che si potrebbe definirli tecnici light.

Una notevole capacità tattica e diplomatica

Meloni ha comunque raggiunto l’obiettivo di mettere insieme un Esecutivo capace di non creare preoccupazioni negli alleati europei e atlantici. E questo consentirà a Meloni di potere ambire a un periodo dì tranquillità per potere avviare le sue politiche, in particolar modo quelle legate alla crisi energetica e alla gestione delle risorse del Pnrr.

Meloni nella scelta dei ministri ha dimostrato una notevole capacità tattica e diplomatica. Della scelta del leghista Giancarlo Giorgetti, ex fedelissimo di Salvini, all’economia, si è già scritto molto e con ragione visto che è stata la mossa che ha costretto il leader della Lega di fatto a scomparire dalle cronache dei giorni immediatamente precedenti alla formazione dell’Esecutivo. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, era capo di Gabinetto di Salvini quando questi era ministro degli interni.

Profondo conoscitore della materia giuridica

Le cronache dell’epoca lo indicavano come il vero artefice di tutte le politiche salviniane, a partire dai decreti sicurezza sull’immigrazione. Durante il successivo incarico di Prefetto di Roma ha avuto modo di stringere ulteriormente i rapporti con Meloni.

Carlo Nordio, nuovo ministro della Giustizia, ha alle spalle una lunghissima carriera in magistratura. E’ stato il candidato alla Presidenza della Repubblica che FdI oppose alla rielezione di Sergio Mattarella. Profondo conoscitore della materia giuridica ha nel garantismo la sua stella polare. Il suo compito principale sarà abbreviare i tempi della giustizia civile e penale in Italia.

Un ministro che potrebbe stupire positivamente l’opposizione

La giustizia italiana è la più lenta d’Europa. Un vulnus grave non solo per i cittadini italiani ma anche per l’economia del Paese visto che è uno dei motivi che inducono aziende estere a investire altrove. La nomina di Nordio, da sempre contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere, di certo non farà piacere a quanti desiderano la libera vendita della cannabis.

Un ministro che potrebbe stupire positivamente l’opposizione potrebbe essere la titolare del dicastero del Lavoro, Maria Elvira Calderone. La sua nomina non appare scontata se si pensa che Calderone ha una posizione ben più che possibilista sul Reddito di Cittadinanza, che Meloni ha sempre dichiarato di aborrire nella sua forma attuale.

Questo non gli eviterà comunque l’imbarazzo

Meloni si è sempre detta favorevole a uno strumento di welfare che vada a sostenere chi non può lavorare. E questo sarà uno dei principali compiti di Calderone che ha il vantaggio di affrontare il tema senza ostilità preconcette. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha un lunghissimo curriculum europeo è uno standing riconosciuto anche dalle opposizioni.

Questo non gli eviterà comunque l’imbarazzo di dovere spiegare le recenti intemerate filo putiniane di Silvio Berlusconi alle cancellerie estere. La scelta più ultraconservatrice e divisiva Meloni l’ha riservata al ministero per la Famiglia è la Natalità dove è stata eletta Eugenia Roccella.

Posizioni ultraconservatrici

L’INPS da anni sottolinea che il progressivo calo di natalità in Italia andrà inevitabilmente a coincidere con calo del Pil futuro è quindi anche del benessere degli attuali lavoratori e futuri pensionati. Le nascite nel 2022 sono stimate a 385 mila, in calo del 14,5% rispetto alle 399 mila dello scorso anno, che già sembravano un risultato difficile da ripetere. Un ministro per la natalità serve certamente all’Italia.

Roccella è da sempre su posizioni ultraconservatrici. Anti-abortista, protagonista di battaglie contro l’eutanasia, la fecondazione eterodossa, il divorzio breve e ovviamente contro ogni forma di difesa contro l’Omobilesbotransfobia.

Il lato oscuro della maternità

Definisce l’aborto «il lato oscuro della maternità» e in molti temono che da lei possa partire l’attacco contato la legge 194, che in Italia regola l’interruzione di gravidanza. Un ministro divisivo per un tema che dovrebbe essere trattato nel modo più inclusivo possibile.