Un'altra svolta sorprendente nel caso di Pierin Vincenz. Il Tribunale federale ha ripristinato la sentenza del Tribunale cantonale di Zurigo. L'annullamento da parte del Tribunale d’appello di Zurigo è stato così rivisto su richiesta del Ministero Pubblico.

Nell'aprile 2022 l'ex capo della Banca Raiffeisen Pierin Vincenz e un altro imputato principale sono stati riconosciuti colpevoli di frode, grave amministrazione infedele ripetuta e corruzione passiva ripetuta. Vincenz è stato condannato a 45 mesi di carcere, il secondo imputato principale a 48 mesi di carcere.

Questa sentenza è stata poi sorprendentemente revocata circa un anno fa dal Tribunale d’appello di Zurigo. La motivazione si riferiva, come detto all'epoca, a «gravi errori procedurali» o a un «atto d'accusa parzialmente eccessivo».

Vale a dire che nella promozione dell’accusa «i diritti fondamentali in un procedimento penale di essere sentiti e di un atto di accusa conforme ai requisiti legali» sarebbero stati violati.

Rispedito al Tribunale d’appello

La Procura generale di Zurigo si è difesa con un ricorso al Tribunale federale e ora ha avuto successo. In una nuova svolta nel procedimento, il Tribunale federale ha approvato il ricorso, come ha riferito giovedì l'agenzia di stampa «SDA/ATS».

Ciò significa che il caso ritorna al Tribunale d’appello per una nuova valutazione. Il Tribunale federale non ha ritenuto che l'atto d'accusa fosse troppo dettagliato nella fattispecie. Anche il diritto alla traduzione di un imputato non di lingua tedesca non sarebbe stato violato.

Il caso Vincenz ha fatto scalpore nella piazza bancaria svizzera a partire dal 2017. Le accuse contro di lui sono state promosse nel 2020. Vincenz e l’altro principale imputato erano accusati di aver utilizzato carte di credito aziendali per scopi privati.

Inoltre, si dice che abbiano lavorato a scapito del loro datore di lavoro nel rilevamento di società in cui loro stessi avevano una partecipazione nascosta.