Nell’anno in corso potranno essere integrate solo le due fiduciarie per un ammontare complessivo di 41 dipendenti sui circa 850 che in Italia sono interessati dal merger.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
La fusione fra UBS e Credit Suisse (CS) in Italia avrà tempistiche molto lasche. Nel dettaglio, secondo quanto si apprende da fonti sindacali presenti al tavolo della trattativa, entro il 2023 vedrà la luce solo il matrimonio fra Credit Suisse Servizi Fiduciari e UBS Fiduciaria, grazie a un organico assai ridotto, pari a 30 dipendenti per la controllata UBS e 11 per quella ex Credit Suisse, e sistemi informatici altamente complementari che dovrebbero consentire di chiudere i lavori antro il prossimo mese. Per il resto se ne parla con l’anno nuovo.
Un incontro introduttivo è avvenuto lo scorso 26 ottobre, ma le discussioni sono entrate nel vivo con l’inizio del mese di novembre. Il successivo incontro con le rappresentanze sindacali è stato calendarizzato per il prossimo 15 novembre. Per la parte più cospicua dell’integrazione delle attività italiane, che riguardano 500 dipendenti di UBS e 300 del Credit Suisse saranno necessari una serie di nuovi incontri che si terranno nel 2021.
Porre fine a esodi
Una integrazione in tempi rapidi avrebbe, tra l’altro, il merito di tamponare, se non frenare, l’emorragia di banker ex Credit Suisse versoi altri lidi. Solo per ricordare le uscite più importanti all’inizio dell’anno Andrea Donzelli, Paolo Celesia e Andrea Bracchi sono andati a rafforzare il desk dell’americana Jefferies mentre Luca Sicari, ex head of Uhnwi market per l’Italia dell’istituto svizzero, con il suo team composto da Romeo Adinolfi, Ennio Blasetti, Cristiano Castellani, Simone Gervasi e Matteo Steve ora contribuisce ai successi di Mediobanca.
Chi ha fretta di chiudere l’integrazione in tempi brevi è l’attuale Ceo di UBS Sergio Ermotti. «In base alla nostra valutazione, la piena integrazione di Credit Suisse è chiaramente la migliore scelta per UBS, i nostri stakeholder e l’economia» ha spiegato recentemente il banchiere di Lugano precisando che «il nostro obiettivo è rendere la transizione per i clienti il più agevole possibile.
Le due entità svizzere opereranno separatamente fino alla loro integrazione legale prevista nell’anno 2024, tramite una graduale migrazione della clientela verso i sistemi Ubs che dovrebbe completarsi nel 2025».