UBS starebbe pianificando tre serie di tagli di posti di lavoro a partire da luglio. Più della metà della forza lavoro del Credit Suisse verrà eliminata.
Dopo l'acquisizione del Credit Suisse, avvenuta a marzo per imposizione del governo, la forza lavoro di UBS è cresciuta arrivando fino a circa 120.000 dipendenti. Questo numero è destinato a ridursi del 30%, pari a 35.000 posti di lavoro, a partire da luglio, con il primo dei tre cicli di tagli previsti. Altri cicli seguiranno a settembre e ottobre, nel rispetto dell'obiettivo che UBS si è data: risparmiare 6 miliardi di dollari in costi del personale nei prossimi anni.
Si prevede che i tagli ricadranno pesantemente su banker, trader e personale di supporto presso le filiali attive nell’investment banking del Credit Suisse a New York e Londra. Secondo un articolo di «Bloomberg» (dietro paywall) di mercoledì, che cita persone a conoscenza dei fatti, l’operazione coinvolgerà anche alcune attività in Asia. Non è un segreto che UBS voglia ridimensionare in modo massiccio le operazioni di investment banking dell’azienda recentemente acquisita.
Sergio Ermotti va avanti
Dopo aver sostituito il CEO Ralph Hamers, Sergio Ermotti ha rinnovato i ranghi dei senior executive inserendo dirigenti di UBS in tutti i ruoli del comitato esecutivo, lasciando, come anticipato da finews.ch, solamente Ulrich Körner quale unico rappresentante di Credit Suisse. Finora ha rinnovato i due livelli più alti del management.
Nel corso di una conferenza tenutasi ieri a Zurigo, Ermotti ha dichiarato che nei prossimi 20 giorni verrà annunciata l’organizzazione del terzo livello del management, e la conseguente definizione delle responsabilità di circa 1.500 dipendenti. Ha poi aggiunto che l'integrazione del Credit Suisse sta procedendo «molto bene» e che alla fine dell'estate ci saranno maggiori informazioni. UBS ha rinviato al 31 agosto la comunicazione dei risultati del secondo trimestre.
Al sicuro, per ora
Il fiore all’occhiello di Credit Suisse, cioè la sua attività in Svizzera, è al sicuro anche se una decisione finale è attesa per il terzo trimestre. Non è ancora chiaro, infatti, se UBS cercherà di integrare la business unit, di scorporarla o di quotarla in borsa. Secondo «Bloomberg», se le unità dovessero fondersi verrebbero tagliati fino a 10.000 posti di lavoro, il che rende questa opzione una patata bollente dal punto di vista politico. Secondo Ermotti, tuttavia, il mantenimento dell'unità rappresenta un «best case scenario».
Per ora, i private banker sono considerati al sicuro, con UBS che spera di mantenere la maggior parte di quelli del Credit Suisse che non hanno ancora lasciato l'azienda. In Asia, secondo il rapporto, si prevede di continuare ad impiegare «qualche centinaio» di private banker per un totale di 1.200 in tutta la regione.
Piani sociali allineati
UBS dovrà trattenere, per il momento, anche i dipendenti del Credit Suisse che gestiscono i prestiti strutturati alla clientela top e i portafogli di equity derivatives
All'inizio di questo mese, in Svizzera, i piani sociali delle due banche sono stati riallineati, garantendo periodi di transizione più vantaggiosi, compensi e altri benefici. Ma questo, come riportato da finews.ch, non vale per gli altri paesi in cui opera la banca.