Il Parmigiano Reggiano è uno dei formaggi più conosciuti, più premiati al mondo e, inevitabilmente, uno dei più copiati.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
L’ultima vittoria in ordine di tempo il Consorzio Parmigiano Reggiano l’ha ottenuta a Singapore dove il giudice dell’Alta Corte ha respinto il ricorso di Fonterra Brands che, dopo la registrazione nel paese del nome Parmigiano Reggiano come Indicazione geografica, aveva presentato un’istanza per richiedere che il termine »Parmesan» non venisse considerato una traduzione del nome della Dop-Denominazione di Origine Protetta.
La finalità era continuare a vendere senza contestazioni a Singapore, con il nome »Parmesan», un formaggio con il marchio »Perfect Italiano», che adotta i colori del Tricolore italiano sulla sua confezione benché prodotto in Nuova Zelanda. A metà marzo era stata la volta della Colombia, dove è stato fermato il sesto tentativo di registrare il marchio »Parmesano».
Volumi falsi extra Ue paria tree volte export
Il Consorzio stima che il giro d’affari del falso Parmesan fuori dall’Unione europea sia di 2 miliardi di euro, circa 200mila tonnellate di prodotto, ossia oltre 3 volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato.
Nel 2022 record consumi nonostante calo mercato
Nel 2022 in Italia i consumi alimentari hanno segnato un calo del 4,2% e quelli di formaggi del 3% in termini di volumi. In questo contesto il giro d’affari del Parmigiano Reggiano ha toccato il massimo storico di 2,9 miliardi di euro contro i 2,7 miliardi del 2021, con un aumento del 6,9% (156.620 tonnellate contro le 152.690 tonnellate nel 2021, +2,6%).
A livelli record anche i volumi generati nei mercati internazionali, che crescono del 3% (64.202 tonnellate vs 62.351) e il valore della produzione pari a 1,8 miliardi di euro contro gli 1,71 miliardi del 2021.
Le aziende del Consorzio hanno quindi reagito bene alla pandemia, alle incognite legate alle incertezze della crisi geopolitica accesasi con l’invasione russa del 24 febbraio 2022, al caro energia e alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati. Ma il futuro non è esente da incognite e incertezze.
2023 anno molto importante
«Il 2023 sarà un anno molto importante, caratterizzato da grandi sfide», ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
«Per affrontare i problemi legati alle incertezze macroeconomiche causate dal conflitto in Ucraina, al caro energia, all’incremento del costo delle materie prime e a un’inflazione crescente che ridurrà il potere d’acquisto delle famiglie, la parola chiave sarà stabilità. Per ottenere questo obiettivo, sarà fondamentale fare squadra: dovremo infatti collocare sul mercato la produzione più alta della Dop, quella del 2021, riuscendo sia a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, sia a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione.»
«Pertanto, per sostenere e sviluppare la domanda, abbiamo previsto un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo domanda, soprattutto sui mercati esteri, quelli che negli ultimi anni hanno rivelato una potenzialità maggiore. Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del «noi» del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop».
Aumentano investimenti marketing mercato esteri
Gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 34,2 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero. Al piano marketing dei mercati esteri saranno dedicati investimenti per 14,2 milioni di euro (contro gli 11,9 milioni del 2022 e i 9 milioni del 2021).
Al consumatore saranno date sempre più informazioni sulle caratteristiche del Parmigiano Reggiano: la stagionatura, la provenienza, il processo produttivo e il gusto, tutti particolari che offrono l’opportunità di differenziarsi dai concorrenti.
Prosegue crescita Parmigiano in Svizzera
La Svizzera nel 2021 è uno dei mercati esteri con una crescita dei volumi più intensa e pari a 1310 tonnellate, con un aumento del 14,7% rispetto all’anno precedente. Il 2022 è stato un anno di consolidamento della crescita che è proseguita anche sé a ritmi inferiori rispetto all’anno precedente.
Le tonnellate sono state pari a 1381 con un incremento annuale del 5,4%, una percentuale che ha sovraperformato il dato di crescita delle vendite nei marcati extra Ue che si è fermato al 3%.