Philippe Donnet, forte della vittoria noi confronti della cordata di soci italiana guidata da Francesco Gaetano Caltagirone, sbaragliata in occasione dell’ultima assemblea di bilancio, naviga a vista.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista ed esperto economico italiano di finewsticino.ch

Sa che ora gli occhi sono puntati sulle sue eventuali future scelte di Merger and Acquisition (M&A), ma non ha nessuna intenzione di farsi prendere per la gola anzi.

La frase che Philippe Donnet (immagine: sotto) va ripetendo spesso in queste settimane non legittima voli pindarici: «Se entro fine piano, nel 2024, non avremo investito i 3 miliardi destinati all’M&A, torneremo a restituire il capitale ai soci» attraverso un robusto buyback azionario.

Senza M&A, ci sarà buyback da 3 miliardi

donnet.888

Philippe Donnet, group CEO, Generali (immagine: Media)

Ogni potenziale venditore è consapevole del budget che il manager ha a disposizione e questo porta molti di loro a gonfiare i prezzi delle trattative nella convinzione che Donnet debba comprare per forza.

E’ per questo motivo che è tramontata, lo scorso mese di novembre, la trattativa per l’acquisto dell’americana Guggenheim Partners, arenatasi per l’esosità, a dire dei potenziali acquirenti, delle richieste negoziali.

Secondo alcune fonti bene informate questo dossier non sarebbe affatto sepolto ma potrebbe anzi tornare di moda nei prossimi mesi.

A Trieste interessano asset Liberty Mutual

In queste settimane, secondo alcune indiscrezioni trapelate in ambienti finanziari, Generali si starebbe interessando alla vendita degli asset Sudamericani che Liberty Mutual ha messo in vendita, affiancata da JP Morgan.

Si tratta delle attività in Brasile, Cile, Colombia ed Ecuador. La procedura ancora non è entrata nella fase calda anche perché il venditore non avrebbe ancora deciso se cedere gli asset singolarmente o a pacchetto.

Non è solo una tattica negoziale

Oltre a Generali, tra i possibili interessati vi sarebbe anche la Zurich. Dalla vendita, secondo quanto si apprende, alla società bostoniana (Liberty Mutual) vorrebbe ricavare almeno 1 miliardo di dollari.

La calma di Donnet nell’approccio dei dossier di possibili acquisizioni non è solo una tattica negoziale, ma la prosecuzione di una strategia che gli ha consentito, unitamente ai risultati, di ottenere i favori degli investitori istituzionali.

Interdizione praticamente nullo

La cordata di soci coagulata intorno a Francesco Gaetano Caltagirone ha sempre contestato il presunto immobilismo del manager trasmettendo per converso la sensazione di volere fare delle operazioni a ogni costo, quasi come se i target disponibili fossero scarsi.

Oggi quei soci, complice anche lo stallo forzato degli eredi di Leonardo Del Vecchio a causa delle turbolenze che stanno caratterizzando la successione, hanno un potere di interdizione praticamente nullo.