Fondo Italiano d'Investimento, controllato al 55% da Cassa Depositi e prestiti e partecipato dalle maggiori banche e da due dei maggiori enti pensionistici italiani, ha un nuovo amministratore delegato e un nuovo piano industriale triennale.
Dell'inviato Giuseppe Wrzy, pubblicista ed esperto economico italiano
Alla guida della Sgr è stato nominato Davide Bertone che arriva da Mediobanca dove ricopriva il ruolo di Co-Head of Mid-Corporates and Financial Sponsor Solutions. Il manager ha liquidato un piano al 2025 che prevede di portare gli Asset Under Management da 2,5 a 4 miliardi di euro e che coniuga l’attenzione al sostegno delle Piccole e medie imprese italiane, da sempre vocazione del fondo, a dei tratti di novità come una maggiore apertura all’estero per quanto riguarda il fund raising e una impronta green decisamente marcata.
«Con questo nuovo piano industriale – ha spiegato Bertone – Fondo Italiano d'Investimento cambia passo dedicando 1,5 miliardi in più al sostegno dei progetti della Piccola e Media Impresa. Il nostro sarà un percorso all’insegna della partnership e della condivisione perché per sostenere davvero il mondo delle PMI serve che i capitali di moltiplichino invece di farsi competizione soprattutto in una fase congiunturale complessa come quella attuale.» Nell’arco di Piano il Fondo prevede di raccogliere 2,62 miliardi di euro di cui 1,32 miliardi da nuovi investitori.
Made in Italy
Nel fund raising si iniziano a vedere i primi elementi di novità e originalità del piano nella misura un cui Bertone punta a ampliare il ventaglio di possibili investitori fino a includere i privati, e in particolare High Net Worth Individuals (Hnwi), considerando che solo in Italia la ricchezza privata ammonta a oltre 6 miliardi di euro lordi.
Ma non guarda solo agli Hnwi ma anche ad altre categorie di investitori assenti o sottorappresentati nel panorama del private equity italiano come le assicurazioni, che in Italia contano su riserve tecniche pari a circa 800 milioni di euro, i Fondi Sovrani, che in Italia hanno investimenti molto limitati e pari ad appena 180 milioni di euro e alle Casse di Previdenza, il cui patrimonio ammonta a circa 300 milioni di euro. Il Fondo investirà in cinque differenti settori ovvero Filiere ed eccellenze del Made in Italy; Lifescience & Healthcare; Industrial Tech & Products; IT/Digital; Turismo 4.0.
Primo fondo italiano «impact investing»
Passando alle novità proposte dal piano di Bertone due iniziative destano interesse in particolare. Il piano prevede la creazione del primo fondo italiano «impact investing» ovvero realizzato con investimenti in start-up, imprese e fondi, legati a obiettivi sociali misurabili e intenzionali e in grado, allo stesso tempo, di generare un ritorno economico per gli investitori.
Sarà il primo fondo italiano ex art. 9 della Costituzione, che recentemente è stato cambiato ampliato prevedendo che la Repubblica tuteli «l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni».
Con questa iniziativa il Fondo porterà nel mercato italiano un asset class che è già presente nei mercati europei e mondiali maggiormente attenti alle tematiche Esg. Il Piano industriale disegnato da Bertone prevede anche la creazione di un Fondo di Fondi destinato alla promozione di un mercato secondario del Private Equity.
Per un lungo periodo di tempo
Uno strumento che si propone anche di fare evolvere l’ecosistema finanziario italiano con un’iniziativa a sostegno della liquidità del capitale attraverso la possibilità di acquisto e vendita di azioni di partnership in un fondo di private equity.
Questo consentirà la nascita del mercato secondario del private equity, in Italia di fatto oggi inesistente, un mercato che consente agli investitori in un fondo di ricevere una certa liquidità dal capitale che altrimenti sarebbe intrappolato nel fondo per un lungo periodo di tempo. Il Piano del Fondo ha, come detto, fra i suoi driver la partnership e la condivisione.
Dedicato all’agricoltura e al food
L’attenzione a entrambi troverà concretezza nella realizzazione di un fondo dedicato esclusivamente al co-investimento insieme a Sgr che siano già in relazione con il Fondo. Il co-investimento è una strategia importantissima e ormai ineludibile nel mercato europeo, soprattutto nella sua parte più matura, e non poteva non essere compresa nel nuovo tragitto della Sgr.
Ultimo, ma non meno importante, è il fondo dedicato all’agricoltura e al food in generale che guarderà dalle sementi fino alle filiere di eccellenza che nascerà dalla lunga collaborazione con Bonifiche Ferraresi.