La mossa di consolidare i gestori patrimoniali indipendenti si blocca anche dopo i suggerimenti di Finma. Ma la ticinese Crossinvest sta già puntando a specifici obiettivi zurighesi, confida Claudio Pedrett a finews.ch.
«È davvero sorprendente quanto poco impatto abbiano avuto i recenti segnali di Finma nel settore»: dice Claudio Pedrett (foto sotto), responsabile dell'ufficio di Zurigo dell'asset manager ticinese Crossinvest.
Parlando con finews.ch, solleva il problema di fronte ai circa 2'400 gestori patrimoniali indipendenti. Entro la fine del 2022, secondo la legge sugli istituti finanziari (FinlA), tutti i gestori dovranno richiedere una licenza Finma.
Raccolta delle domande solo al 7 per cento
Il recente campanello d'allarme della Finma non sembra aver provocato molte reazioni. Ad oggi, circa 180 gestori di portafoglio e fiduciari sui circa 2.400 registrati presso la Finma che operavano prima del 2020, hanno fatto domanda per una licenza. In parole povere, si tratta di un misero 7%, considerato che la procedura di richiesta può richiedere gran parte dell'anno.
Il tempo fugge. Eppure, la maggior parte dei gestori patrimoniali indipendenti non si stanno ancora attivando pur sapendo che corrono il rischio di non poter continuare a lavorare dopo il 2022. Naturalmente ci sono altre possibilità: ad esempio, potrebbero semplicemente rinunciare alla loro indipendenza e unirsi a una grande società autorizzata.
Nuovo Quadro Normativo
Come conseguenza di questo, i gestori patrimoniali con più di 1 miliardo di franchi svizzeri stanno lottando per avere una posizione nel nuovo quadro normativo, come riporta finews.ch.
Tra le società «aggregatrici» piu’ note, il gruppo Aquila di Zurigo e Corum. Cinerius sono attivi solo da marzo e sono supportati dagli investitori americani Summit Partners. E infine anche alcuni dei maggiori gestori patrimoniali dell'Alliance of Swiss Asset Managers (ASV) sembrerebbero essere interessati a delle acquisizioni.
Crossinvest Zurich, che ha recentemente ottenuto una licenza Finma, vuole giocare un ruolo attivo nel consolidamento del mercato e, come spiega Pedrett, prende di mira concorrenti ben selezionati già a partire dalle prossime settimane.
Sistema di controllo interno
Il target di riferimento sono 280 gestori patrimoniali indipendenti di Zurigo che non hanno ancora richiesto la licenza Finma e che hanno meno di cinque dipendenti. È assolutamente prevedibile che i costi per la richiesta di una licenza e l'implementazione dei requisiti necessari siano troppo onerosi per loro.
In tale contesto, le aziende dovranno istituire un sistema di controllo interno che colleghi il personale a contatto con i clienti con il trading desk, la compliance e la gestione del rischio. Questa attività non potrà essere delegata e l'outsourcing, suggerimento di Finma per le aziende più piccole, non sarà gratuito.
«I loro suggerimenti sono arrivati in un momento in cui stiamo assistendo a sfide nei mercati finanziari, nell’ambito della digitalizzazione, della successione e della pressione sui margini», osserva Pedrett. «Si potrebbe parlare della ‹tempesta perfetta› per i gestori patrimoniali indipendenti».
L’esempio tedesco
Pedrett prevede che ci sarà un calo significativo del numero di gestori patrimoniali indipendenti sul mercato svizzero nei prossimi mesi e anni e cita la Germania come esempio. L'introduzione della Mifid II, qualche anno, fa ha fatto sì che solo il 10% delle società rimanesse attiva, anche se il numero di persone impiegate complessivamente non è diminuito molto.
«Ci aspettiamo che il numero di gestori patrimoniali indipendenti diminuisca presto e in modo significativo in Svizzera», dice Pedrett. I piccoli gestori patrimoniali che cercano di rimanere a galla hanno diverse opzioni: possono condividere i costi, come sta facendo Sound Capital di Zurigo; possono scegliere di esternalizzare, un servizio che Aquila Group sta offrendo; oppure possono essere integrati in una nuova società e in un nuovo marchio, come sta proponendo Crossinvest.
Partner o dipendenti
I gestori indipendenti possono trasferire il loro patrimonio di clienti alla piattaforma Crossinvest e unirsi alla società come dipendenti o come partner. Rimarranno relativamente liberi per quanto riguarda le loro attività di consulenza ai clienti, ma potranno utilizzare l'intera gamma di prodotti di Crossinvest. Questo include le licenze necessarie per la soluzione di portafoglio digitale Assetmax, nonché il supporto per la conformità e la gestione del rischio.
«Abbiamo anche modelli alternativi nei casi in cui intendano chiudere le loro attività commerciali in modo chiaro e trasparente», dice il capo dell'ufficio di Zurigo. Questo include le acquisizioni.
Crossinvest è stata fondata circa 30 anni fa e nel frattempo ha aperto uffici a Lugano, Locarno e Zurigo. Ogni ufficio è autorizzato come società individuale, cresce principalmente attraverso la ricerca di gestori patrimoniali e banchieri privati. Il gruppo ha più di 70 dipendenti e gestisce oltre 3 miliardi di franchi di patrimonio della clientela.
Nuova concorrenza
Se questo settore fiacco dovesse iniziare a muoversi grazie alla Finma, le aziende ticinesi non saranno le uniche a cercare nuovi candidati.
Pedrett la pensa allo stesso modo: «I gestori più grandi saranno in forte competizione per accaparrarsi i gestori patrimoniali indipendenti più interessanti».