Il 5 dicembre 2024 in concomitanza con la sua Assemblea Generale Annuale, la LCTA ha tenuto la «Commodity Roundtable».

L’evento ha visto la partecipazione dell’Ambasciatrice svizzera Monika Schmutz Kirgöz quale ospite d’onore e ha attirato oltre 120 partecipanti da tutta la Svizzera. È stata evidenziata la capacità di  dei trader di materie prime all’aumento dei rischi geopolitici e a quadri normativi sempre più stringenti.

In concomitanza con la sua 14ª Assemblea Generale Ordinaria e dopo un altro anno difficile per il settore, la Lugano Commodity Trading Association (LCTA) ha deciso di organizzare una tavola rotonda per una valutazione della situazione attuale. Alla tavola rotonda diversi associati si sono espressi su un argomento di stretta attualità: le sfide e le restrizioni geopolitiche al libero commercio.

Navigare in acque inesplorate

L’evento ha preso l’avvio con un discorso introduttivo da parte del Presidente della LCTA Matteo Somaini che ha sottolineato come, dopo un anno caratterizzato da un crescente intervento politico nelle attività economiche e da sfide senza precedenti per il settore, i trader di materie prime continuino a navigare in acque inesplorate. La parola è poi passata all’ospite d’onore, l’Ambasciatrice svizzera Schmutz Kirgöz.

L'assemblea generale annuale della LCTA presso l'Hotel Splendide Royal di Lugano (Immagine: zvg)

Attualmente capo missione a Roma e precedentemente in servizio a Tel Aviv, Istanbul e Beirut, l’Ambasciatrice Schmutz Kirgöz assumerà la leadership della Divisione Medio Oriente e Nord Africa del Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE) a partire da gennaio 2025.

Nuova multipolarità

L’Ambasciatrice ha portato la sua esperienza diretta in Medio Oriente e ha sottolineato la fase critica di transizione che il mondo sta attraversando, caratterizzata da un cambiamento geopolitico cruciale verso una nuova multipolarità e dall’emergenza dell’intelligenza artificiale come forza di trasformazione, con implicazioni sostanziali per le aziende.

Le osservazioni dell’Ambasciatrice Schmutz Kirgöz hanno contribuito ad innescare una discussione nella tavola rotonda moderata dal Vicepresidente della LCTA Roberto Grassi, che ha visto la partecipazione di Costanza Eufemi (Co-fondatrice di Lyra Commodities), Mattia Giussani (Responsabile Power Origination di Sirius Energy) e Roger Hughes (COO e Risk Manager di DITH).

Declino dell’Europa in termini di produttività e tecnologia

La discussione ha affrontato il declino dell’Europa in termini di produttività e tecnologia, il suo emergere come potenza regolatrice e i vincitori e i perdenti della guerra delle sanzioni. I relatori hanno riconosciuto che, se da un lato alcuni segmenti del settore del commercio di materie prime hanno perso parte della loro attività e sono stati costretti a cercare fornitori o clienti alternativi, dall’altro ci sono stati anche sviluppi positivi.

In particolare, l’iniziativa concertata dell’Europa per raggiungere l’indipendenza energetica attraverso la diversificazione delle fonti energetiche e la promozione delle energie rinnovabili ha favorito le società di trading impegnate in questi settori o che sostengono lo sviluppo delle infrastrutture necessarie.

Controllo cinese

La crescente influenza globale della Cina è innegabile: la potenza asiatica svolge un ruolo centrale nella catena di approvvigionamento globale di materie prime essenziali e sta espandendo il proprio raggio d’azione assicurandosi strategicamente miniere e risorse in regioni come l’Africa e il Sud America, spesso in cambio della costruzione di infrastrutture o dell’integrazione dell’intera catena del valore, dall’estrazione alla produzione, ottenendo così un vantaggio competitivo sui concorrenti.

Inoltre, la Cina detiene partecipazioni o gestisce vari porti vitali in tutto il mondo, tra cui il porto del Pireo in Grecia, il porto di Gwadar in Pakistan e il porto di Chancay in Perù, recentemente inaugurato. Il controllo cinese delle infrastrutture critiche è la prova di un approccio strategico lungimirante e ben coordinato, anche se desta preoccupazione, poiché potrebbe servire da meccanismo di leva geopolitica.

I mercati si stanno sviluppando rapidamente

Nel complesso, il panel ha esaminato come l’interazione tra deglobalizzazione e protezionismo commerciale influiscano sulle decisioni aziendali e sui modelli di investimento, portando alla creazione di ridondanze all’interno delle catene di approvvigionamento per rafforzare la resilienza aziendale e garantire la continuità operativa.

Nonostante le sfide oggettive, dalla discussione è emerso un quadro positivo delle aziende attive nel trading di materie prime, che risultano essere adattabili e flessibili malgrado i mercati siano in rapida evoluzione, innovative nella risoluzione dei problemi in aree come la logistica e la gestione dei rischi e, soprattutto, orientate ai clienti.

Discussione con ciliegina sulla torta

Una discussione che è culminata con una ciliegina sulla torta. Sebbene l’argomento non sia stato esplicitamente trattato, la risposta a una domanda, legittima ma provocatoria, del pubblico è stata inequivocabile: il Ticino, e più in generale la Svizzera, continuano ad offrire condizioni quadro favorevoli e finché il quadro normativo rimarrà tale resteranno luogo preferito dai trader di materie prime per condurre i loro affari.