Ogni anno nella Penisola vengono serviti oltre 870 milioni di aperitivi. Un business che attrae una platea sempre più vasta di operatori.

Il rito dell’aperitivo in Italia è un fenomeno sociale diventato anche una importante tendenza economica. Secondo una ricerca realizzata da Tradelab e presentata durante l’evento dal titolo «Sei già dentro l’happy hour?» organizzato da Cattel e APCI, rispettivamente uno dei maggiori distributori di prodotti food e non food e l’Associazione Professionale Cuochi Italiani, per approfondire l’importanza dell’aperitivo nel mondo della ristorazione è emerso che il mercato dell’aperitivo vale sei miliardi di euro per un totale di oltre 870 milioni di consumazioni annue.

La parte del leone la fanno gli aperitivi serali che valgono 4,5 miliardi di spesa, mentre quelli presi prima di pranzo cubano 1,5 miliardi di euro. Questo rito coinvolge 14 milioni di Italiani di età compresa fra i 18 e i 75 anni (pari al 32% della popolazione), di cui il 24% corrisponde a persone di età superiore ai 55 anni.

Il momento dell’aperitivo serale è un’occasione di convivialità ormai irrinunciabile, che interessa tutto il Paese (48% al nord, 52% al Centro, Sud e Isole), anche se nell’area del Nord Est il rapporto tra aperitivi e visite fuori casa è maggiore. L’aperitivo diurno ha, invece, una forte concentrazione dei consumi nel Sud e Isole (45%).

Una valenza sociale sempre più forte

Secondo la ricerca Tradelab, inoltre, il 22% degli italiani vorrebbe fare più aperitivi, visto che si tratta del momento della giornata che ha una valenza sociale sempre più forte. Il consumatore di aperitivo ormai attribuisce un’importanza superiore alla componente food, nel suo complesso, rispetto a quella beverage. L’aperitivo serale è risultato essere un’occasione di consumo interessante per un numero sempre maggiore di operatori del settore, non solo per i bar, ma anche per i ristoranti e le catene della ristorazione commerciale.

Il 30% dei consumatori italiani di aperitivi sceglie cocktail alcolici, vino e bollicine e birra hanno un quinto ciascuno del mercato mentre il 22% chiede cocktail analcolici. La tendenza rilevata dalla ricerca è che circa un italiano su tre preferisce consumare aperitivo con un tasso alcolico monitore rispetto al passato.

Aperitivo è pasto vero e proprio

Uno dei neologismi (veramente tremendo, ndr) entrati nell’italiano parlato negli ultimi anni è apericena, ovvero l’abitudine, invalsa soprattutto fra i più giovani, di recarsi in un locale che associa all’aperitivo un buffet gratuito, e saziarsi con le con esumazioni a corredo dell’aperitivo in modo da evitare di dovere andare poi a cena.

Quella che è nata come un abitudine studentesca, con la evidente intenzione di risparmiare denaro, può diventare un importante trend di business. Il messaggio che è emerso dall’evento è che l’aperitivo è diventato un pasto vero e proprio, al pari di colazione, pranzo e cena, e vale pertanto la pena impegnarsi per renderlo qualitativamente elevato, discostandosi dagli accompagnamenti che troppo spesso lo caratterizzano come, ad esempio, olive e chips.

Milano capitale

La creazione di ricette ad hoc, offerte ad esempio in molti bar di Milano, che rimane senza dubbio la capitale italiana dell’aperitivo aiutano ad aumentare il valore, e quindi anche il costo. Non è un caso che lo scontrino medio nei ristoranti e nei locali serali premium sia di 17 euro mentre nei bar diurni scenda a 6,3 euro.