Cosa fa Mario Draghi? La domanda, solo apparentemente oziosa, rimbalza costantemente in ambienti politici romani. L'ultima volta in ordine di tempo, e non senza qualche malizia, questo interrogativo è arrivato a ridosso della visita di Giorgia Meloni in India.

E' stato proprio l'ex Governatore della Bce che, durante il suo mandato alla presidenza del consiglio, ha riallacciato relazioni diplomatiche strette e cordiali con l'India, con l'intento di riportare l'Italia al centro delle politiche del secondo Stato più popoloso al mondo.

Coloro che imputano a Meloni un eccessivo appiattimento sulle posizioni draghiane hanno visto in questa missione una prova del nove dei loro sospetti. In una recente apparizione pubblica, alla mostra del vignettista Giannelli, Draghi ha ribadito il suo essere fuori da giochi.

«Non faccio più parte della recita dei potenti» ha detto agli astanti. Una riedizione, riveduta e corretta di quel «sono un nonno al servizio della istituzioni» con cui si descrisse al tramonto della sua esperienza legislativa.

Aspettando una proposta, fa la spesa al supermercato

Va detto che in questi ultimi tempi Draghi ha dato di sè delle immagini inedite. Poco meno di un mese fa un sito internet umbro ha testimoniato la sua nuova veste di casalingo immortalandolo in un supermercato di Po’ Bandino, una frazione di Città della Pieve, comune di circa 7'500 abitanti in provincia di Perugia. Mentre aspetta il suo turno alla cassa.

Il fatto che non abbia ancora accettato alcun incarico non significa che non lo farà nel prossimo futuro. E le proposte di certo non mancano. Le solite fonti ben informate di matrice romana spiegano come il suo telefono sia molto lontano dalla pensione.

Filo diretto con i suoi uomini

Tra gli interlocutori più insistenti vi sarebbero i suoi uomini rimasti in ruoli istituzionali, che Draghi convincerebbe a non dimettersi, consapevole che la penuria endemica di classe dirigente del centrodestra italiano non consentirebbe al Governo di affrontare uno spoil system pieno. Molti degli uomini scelti da Draghi sono destinati alla conferma, che lo vogliano o meno.

E' noto che Draghi considerasse, prima di accettare la carica di Presidente del Consiglio, la Presidenza della Repubblica come il naturale (e auspicato) epilogo della sua carriera. Draghi è sei anni più giovane di Sergio Mattarella. Quindi quando l'attuale presidente terminerà il secondo settennato Draghi avrà 82 anni.

Non troppi in termini assoluti, visto che Mattarella ha iniziato il secondo incarico a 81, ma certamente non pochi. Di certo continua a influenzare le decisioni del Governo.

Giorgetti lo cita a sostegno fine superbonus

Quando il Ministro dell'Economia Giancarlo Giiorgetti ha dovutoi annunciare l'addio del Governo Meloni al cosiddetto «super bonus del 110%» lo ha fatto citando, indirettamente Draghi.

Giorgetti parlando ci «una persona di cui ho molta stima e con cui ho fatto il ministro» ha rcordato le sue parole molto tranchant: «Il problema non è il superbonus. Il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati. Chi ha disegnato quei meccanismi senza discrimine e senza discernimento, è lui, o lei o loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti».

Macron e Scholz lo vorrebbero alla Nato

Secondo fonti bene informate Mario Draghi sarebbe in cima alla lista dei candidati alla sostituzione di Jens Stoltenberg quale segretario Generale della Nato. Il norvegese ha visto il suo mandato rinnovato già tre volte e non intende andare oltre la scadenza del prossimo settembre. A sostenere Draghi sarebbero Emmanuel Macron e Olaf Scholz.

Ma è un sostegno interessato perché non vogliono che Draghi arrivi senza incarichi al 31 ottobre 2024 quando scadrà il mandato di Ursula von der Leyen. Draghi, avrebbe fatto sapere di non essere interessato così come ad essere l’inviato speciale dell’Ue per il Global Gateway, il progetto da 300 miliardi di euro che mira a rispondere alla «Nuova Via della Seta» cinese, come avrebbe voluto la von der Leyen.

Un lavoro lo trovo da solo

La realtà è molto semplice. Chiunque pensa di potere forzare la mano di Mr «Whatever it takes» sragiona. Ed è stato lui stesso a dirlo nel febbraio 2022, cinque mesi prima delle sue dimissioni. «Ho visto – disse nel corso di una conferenza stampa – che tanti politici mi candidano a tanti posti in giro per il mondo, mostrando sollecitudine straordinaria. Ma se per caso decidessi di lavorare un lavoro lo trovo da solo».