Il 2025 si annuncia come un anno di grandi battaglie, prevalentemente sul campo bancario e assicurativo. Il consolidamento è iniziato e non farà prigionieri.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch


1. Andrea Orcel, Ceo di Unicredit

 

Andrea Orcel (montaggio foto: finewsticino.ch/Immagine: Shutterstock)

Nel 2024 ha avviato due operazioni, la scalata di Commerzbank in Germania, dove controlla il 28% della banca tedesca e quella su Banco Bpm in Italia. Il manager ha un approccio molto laico alla campagna germanica. Non ha alcuna intenzione di tornare indietro sui suoi passi, ma è perfettamente consapevole che se le elezioni di febbraio dovessero essere vinte dalla destra estrema si potrebbero creare condizioni ambientali assai ostili alla conquista di un campione nazionale da parte di una banca estera.

La partita che non può permettersi di perdere è quella italiana. L’acquisto del Banco Bpm (e di Anima) è l’unica strada rimasta per potere recuperare parte del terreno che distanzia Unicredit da intesa Sanpaolo. Andrea Orcel sa che dovrà alzare, e non di poco, il prezzo e contrattare l’uscita del socio francese del Banco Bpm, Credit Agricole, che intanto è salito da poco meno del 10% a circa il 15% in vista delle trattative. Tanto più sarà generoso nell’aumentare il corrispettivo tanto più veloce e certa sarà la vittoria.

2. Carlo Messina Ceo di Intesa Sanpaolo

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Carlo Messina (immagine: ISP)

Alla iperattività di Orcel ha fatto da contraltare, nel 2024, un sostanziale immobilismo del primo competitor del Ceo di Unicredit, ovverosia Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo. Osservatori vicini al banchiere sono convinti che questo immobilismo cesserà a breve. Due le ipotesi che circolano più insistentemente sul mercato.

La prima parla di una nuova acquisizione in territorio svizzero, dove Intesa Sanpaolo controlla già Reyl. La seconda è un evergreen del mondo finanziario italiano, ovvero la possibile scalata di Mediobanca che gli consentirebbe di incamerare il 13% delle Generali ora in pancia a Piazzetta Cuccia. Che il progetto piaccia a Messina è risaputo, ma non ci sono stati segnali finora che possa essere vicino a entrare in fase operativa.

3. Marina Berlusconi

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Marina Berlusconi (Immagine: Mondadori)

Da tempo la famiglia Berlusconi è accreditata di forte interessamento per operazioni di crescita esterna. La più probabile, secondo le attese del mercato, è quella che porterebbe MediaForEurope, la società che controlla Mediaset, a lanciare un’ora sulla tedesca ProSiebenSat.1, di cui detiene già il 29,9%. Al pari di Orcel con Commerzbank, i Berlusconi guardano alle imminenti elezioni tedesche per capire come cambierà il mood politico, prima di rompere gli indugi.

Non va dimenticato poi che Fininvest controlla da lustri il 35% di Mediolanum. Quando era in vita il padre Silvio Berlusconi i diritti di voto furono congelati al 9,9% da parte di Bce. Ora che il patriarca è morto il limite non c’è più. Da tempo si parla di grandi ambizioni per Massimo Doris e Fininvest potrebbe essere pronta a sostenerle.

4. Francesco Gaetano Caltagirone

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Francesco Gaetano Caltagirone (Immagine: Media)

Costruttore edile ed editore, classe 1943, Francesco Gaetano Caltagirone ha partecipazioni in Mediobanca, Generali, Banco Bpm, Anima, Mps, Azimut, Poste e Banca Popolare di Sondrio che valgono circa 5 miliardi di euro. Il 1° gennaio entrerà vigore la Legge bCapitali da lui fortemente voluta e che gli consentirà di potere vedere prevalere la sua lista di consiglierei contro quella che presenteranno i Cda delle società in cui ha investito.

L’obiettivo principale è quello di scalzare Philippe Donnet dalle Generali e vedere eletto un Ceo di sua stretta osservanza alla guida del Leone. La battaglia di Trieste inizierà a breve e promette di essere al calore bianco. Ma c’è chi scommette sulla possibilità che le ambizioni di Caltagirone potrebbero essere dirottate a Siena. Orcel non ha interesse di portare il Monte nel perimetro di Unicredit. C’è chi vede Caltagirone come possibile cavaliere bianco, int grado di coagulare una quota di poco inferiore alla soglia di Opa.

In fondo sarebbe un ritorno in grande stile visto che in passato Caltagirone è stato vicepresidente del Monte e va tenuto presente che il Governo non avrebbe rimostranze vista la vicinanza fra Caltagirone e Giorgia Meloni.

5. Alberto Nagel, Ceo di Mediobanca

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Alberto Nagel (Immagine: MB)

Da anni viene indicato come prossimo a fare le valige e, sistematicamente, viene riconfermato alla guida di Mediobanca, l’unica società per cui abbia mai lavorato. La storia di Alberto Nagel è la storia di un manager amato dal mercato e che il mercato ha difeso da ogni possibile manovra ostile. Il suo obiettivo è quello di fare crescere Mediobanca nel Wealth Management.

E’ alla ricerca di portafogli di High-Net-Worth-Individuals (HNWI) da acquistare in Italia e in Svizzera, ma non solo. Se veramente qualcuno pensa di scalzarlo deve preparare argomenti assai convincenti. Perché gli investitori istituzionali (e non solo) prima di lasciarlo andare dovranno essere convinti che chi lo sostituirà sarà in grado di fare meglio di un manager che ha portato Mediobanca a liquidare i bilanci migliori di sempre.