Dopo due mesi di trattative via libera al deal in contanti e azioni dal quale nascerà un’operatore che gestirà un quinto del mercato italiano del recupero crediti.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Il risiko bancario italiano parte dal comparto dei servicer con un’operazione che crea un nuovo campione nazionale del comparto. Dopo oltre due mesi di trattative e doValue ha acquistato, per contanti e azioni, il gestore italiano di crediti deteriorati Gardant.
Il prezzo comprende l’esborso di 230 milioni in cassa (compresi 50 milioni di debito netto di Gardant) e nuove azioni doValue, a premio rispetto al valore corrente di mercato, corrispondenti a una quota del 20% del capitale della società risultante dalla fusione.
Per rafforzare la struttura di capitale
A esito dell’integrazione è inoltre previsto un aumento di capitale da 150 milioni per rafforzare la struttura di capitale della nuova società che verrà sottoscritto pro-quota da Fortress, Elliott, Bain Capital e alcuni azionisti di minoranza di Gardant per un totale di 82,5 milioni, mentre il restante sarà offerto con diritto d’opzione sul mercato (67,5 milioni).
Mediobanca, UniCredit, Banca Akros e Intesa Sanpaolo agiranno in qualità di joint global coordinators dell’aumento a hanno stipulato un accordo con il quale si sono impegnati a sottoscrivere l’inoptato.
Nasce colosso gestione credito
Dal matrimonio nascerà un colosso della gestione del credito a livello italiano ed europeo, con ricavi consolidati attesi per il 2026 tra 605 e 625 milioni e un Ebitda (al netto di fattori non ricorrenti) compreso tra 240 e 255 milioni. Il gruppo vanterà un portafoglio clienti molto ampio, grazie agli accordi stretti da Gardant con Banco Bpm e Bper, e un'offerta di prodotti diversificata.
La fusione determina la creazione del principale servicer e asset manager asset-light in Europa con posizioni di leadership in Italia, Grecia e Cipro, e attività rilevanti in Spagna e con un gross book value combinato di oltre 130 miliardi.
Primo player
Guardando ai prossimi tre anni, ha spiegato la Ceo di doValue Manuela Franchi «abbiamo una grande visibilità sui flussi di tutti i ricavi», con una percentuale di quelli garantiti intorno all'80%. Inoltre, con il 40-45% dei ricavi stimati al 2026 provenienti da non-npl, «riduciamo la nostra esposizione alle operazioni tradizionali sui crediti deteriorati, posizionandoci su un percorso di crescita sostenibile».
Con oltre 90 miliardi di gross book value, Gardant e doValue danno vita al primo player nel mercato italiano dei crediti deteriorati. Al secondo posto si collocano Cerved e Prelios con circa 70 miliardi e al terzo Intrum Italy con 38 miliardi.
Pietra Miliare
«Questa acquisizione segna una pietra miliare per doValue, consolidando la nostra posizione di operatore all'avanguardia nel settore della gestione del credito», ha spiegato ancora Franchi.
«Questa acquisizione è destinata a ridefinire gli standard del settore e a posizionarci come leader nel mercato italiano. La nostra infrastruttura potenziata e l’esperienza combinata non solo eleveranno i parametri operativi, ma ci metteranno in grado di supportare l'ecosistema finanziario e di gestire i prestiti non performanti in modo più efficiente».
«Un'interessante politica di dividendi»
La risultante della fusione prevede di generare sinergie lorde fino a 15 milioni di euro l'anno, con costi di ristrutturazione cumulati previsti a circa 15 milioni. I due aumenti di capitale porteranno la leva finanziaria a circa 2 volte nel 2025 e a circa 1,5 volte nel 2026, grazie a una forte generazione di flussi di cassa.
La struttura finanziaria consentirà al gruppo di sostenere «un'interessante politica di dividendi», che, spiega la società, non verranno però pagati nel 2025, continuando a perseguire opportunità di M&A «con un approccio disciplinato per entrare in aree di business adiacenti meno dipendenti dagli Npe o consolidare i mercati principali degli Npe in altri Paesi».