La banca guidata da Giuseppe Castagna si esclude definitivamente dalla corsa per Mps e vizia i soci con retribuzioni XXL.
Il Banco Bpm ha presentato il nuovo piano triennale che è stato realizzato sulla base stand alone. Tra il 2023 e il 2026, prevede di mettere a segno circa 6 miliardi di utile netto cumulato e 4 miliardi di remunerazione per gli azionisti, una somma pari a cinque volte la distribuzione degli ultimi 4 anni e oltre il 50% dell'attuale capitalizzazione di mercato.
«L'impegno di colleghe e i colleghi, ci ha permesso di raggiungere, con un anno di anticipo, risultati brillanti e di superare i target del piano 2021-2024», ha dichiarato l’ad Giuseppe Castagna spiegando che «Il nuovo piano 2023-2026 costruito in una logica stand alone» punta «a una crescita reddituale sostenibile, accompagnata dalla creazione di valore per tutti gli stakeholder e da un importante incremento delle politiche di remunerazione in grado di premiare gli azionisti».
Novità interim dividend
Nel prossimo esercizio la distribuzione complessiva di dividendi è prevista a circa 1,3 mld, di cui circa 750 milioni a valere sull'utile 2023 e verrà introdotta la distribuzione di un dividendo interim nel 2024. Dal 2024 in avanti «decideremo come remunerare gli azionisti anno per anno, sfruttando la dicotomia dividendi-buyback. Avremmo poi spazio per decidere, a tempo debito, che cosa fare con il capitale in eccesso».
Sul fronte patrimoniale, invece, il gruppo guidato da Giuseppe Castagna stima di raggiungere un Cet1 Ratio a circa 14% al 2026 con ricavi totali per circa 5,4 mld, un risultato della gestione operativa a circa 2,75 mld, un cost/income inferiore al 50% e un utile netto oltre 1,5 mld. Nel corso del piano «i ricavi core sono visti crescere di 300 milioni, con un contributo negativo del margine di interesse per 200 milioni, un apporto positivo per 300 milioni proveniente da un aumento delle fees e delle commissioni e un contributo positivo di 200 milioni, grazie alle partnership con fabbriche di prodotti».
Mps addio
Le recenti notizie positive sul fronte giudiziario hanno reso più appetibile il Monte dei Paschi nei Siena agli occhi dei potenziali compratori. Ma fra questo non c’è il Banco Bpm.
Castagna, parlando con gli analisti, ha ribadito che «Non ci sono possibilitá» che Banco Bpm possa considerare una fusione nell'arco del piano, neanche con B.Mps. Non c'è l'interesse, prosegue l'ad, per «una complicata transazione che non ci consente di accelerare nei molti aspetti del piano. Meglio non considerare transazioni che distrarrebbero le persone dai target che abbiamo».
Ancora spazio per crescere
Questo non significa che nell’arco di piano non verrà fatta nessun tipo di operazione di crescita esterna. La società infetti ritiene di avere ancora spazio per crescere nell'asset under management rispetto ai competitor e ritiene «di poter colmare almeno in parte il gap che ci rende meno competitivi degli altri player.
Crediamo che la crescita degli AuM e la fabbrica di assicurazioni vita supporteranno un aumento dei ricavi di 215 milioni di euro» nel corso del piano. Le fabbriche prodotto, nei piani dei manager, consentiranno di compensare la riduzione del margine di interesse quando i tassi scenderanno.