I due soci, tradizionalmente molto critici nei confronti della gestione hanno rimandato al prossimo anno lo scontro finale, con la nuova normativa sull’elezione del Cda.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Delfin, la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio, e il gruppo Caltagirone non hanno partecipato all'assemblea di Generali chiamata all’approvazione del bilancio 2023. All’assise, durata poco più di due ore, la loro assenza si è fatta notare visto che era presente il 49,8% del capitale contro il 63,2% dell'appuntamento dell'anno precedente.

Dalla lettura della lista dei grandi soci fatta durante i lavori dal presidente di Generali, Andrea Sironi, Delfin risulta detenere una partecipazione di Generali pari al 9,93% e il gruppo Caltagirone al 6,19%, alle spalle di Mediobanca che resta prima azionista con il 13,11% del capitale.

Nuovo attacco

Pur assenti i due soci, che non hanno risparmiato e non risparmiano critiche al management, sono stati il convitato di pietra della riunione. Tutti i presenti erano consapevoli che lo scontro è solo rimandato di un anno.

L’assemblea 2025 del Leone, infatti, avrà all’ordine del giorno anche il rinnovo del Consiglio di amministrazione, e in quella sede ci sarà il nuovo attacco che avverrà secondo le nuove normative relative alla composizione del Cda introdotte dal Governo con Ddl Capitali e che verranno inserite nel rinnovato testo del Tuf. Norme contro cui il management del Leone si è più volte espresso.

Via disincentivi a liste Cda

Il presidente delle Generali, Andrea Sironi, ha affrontato la questione di petto. «Occorre superare le deviazioni dalle migliori pratiche internazionali – penso al sostanziale disincentivo alla possibilità per un Cda uscente di formulare proposte all'assemblea dei soci per il consiglio futuro», ha detto auspicando la rimozione di «vincoli estranei alle best practice internazionali, per di più di dubbia costituzionalità».

L’obiettivo è aumentare il pressing sul Governo affinché elimini sia i vincoli alla presentazione della lista del board che le prerogative delle minoranze.

Miglior forma di sempre

L’assemblea è stata anche l’occasione, per l’amministratore delegato Philippe Donnet, per tracciare un bilancio di quanto fatto.

«Le Generali – ha spiegato – si trovano nella miglior forma di sempre. Abbiamo continuato a portare avanti con successo l'esecuzione del piano strategico ‹Lifetime Partner 24: Driving Growth›, che completeremo alla fine di quest'anno. Gli eccellenti risultati finanziari al 31 dicembre 2023 hanno ricevuto un ottimo riscontro da parte del mercato, e sono la migliore testimonianza del forte progresso verso il raggiungimento dei nostri ambiziosi target».

Risultati figli della Governance

Anche Donnet ha spezzato una lancia a favore dell’attuale Governance, frutto della lista presentata dal cda, nel successo della compagnia. Dopo avere annunciato che a breve verrà liquidato un nuovo ambizioso piano industriale, il Ceo ha poi spiegato che le recenti acquisizioni di Liberty e Conning «sono state rese possibili anche grazie a un rinnovato spirito di collaborazione all’interno del consiglio».

«Liberty Seguros rappresenta l'acquisizione più rilevante, a livello di investimento, completata da Generali negli ultimi dieci anni», ha rimarcato il Ceo.

Costante e sostenuta

«Questa operazione, annunciata lo scorso giugno e chiusa a fine gennaio, ci permetterà di sviluppare ulteriormente il nostro business Danni e di continuare a crescere in Europa. Raggiungeremo infatti la quarta posizione nel mercato Danni in Spagna e consolideremo la seconda posizione in Portogallo. Inoltre, entreremo nell'attrattivo e profittevole mercato irlandese con una posizione tra i primi dieci operatori».

Donnet ripercorrendo gli ultimi otto anni della compagnia ha sottolineato che il risultato operativo di gruppo è cresciuto in maniera «costante e sostenuta».

Forte focus sulla crescita sostenibile e profittevole

«Questo forte focus sulla crescita sostenibile e profittevole – ha aggiunto – riflette una serie di scelte strategiche ben precise che abbiamo saputo implementare con successo nel tempo: la decisione di riposizionare il nostro business Vita verso prodotti a basso assorbimento di capitale, il significativo rafforzamento nel segmento Danni, il cui contributo continua a crescere in maniera sempre più significativa e infine il peso strategico sempre maggiore dell'asset management, passato dal rappresentare il 3% del risultato operativo complessivo nel 2016, al 14% oggi».