Il presidente della Compagnia di Sanpaolo prende commiato dalla fondazione dopo due mandati e otto anni di reggenza durante i quali il patrimonio è cresciuto di quasi 1,6 miliardi di euro.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Dopo otto anni, per sopraggiunto limite di mandati, termina l’avventura di Francesco Profumo alla guida della Compagnia di Sanpaolo, la seconda fondazione bancaria per patrimonio dopo la Fondazione Cariplo.

Dall'inizio del primo mandato nel 2016, l’ente ha erogato oltre 1,3 miliardi a favore di 8.454 iniziative. Nello stesso periodo il valore del patrimonio e' salito di oltre 1,6 miliardi fino agli attuali 8,4 miliardi. Di questi, al 31 dicembre 2023 la componente strategica ammontava a circa 3,85 miliardi, di cui 3,1 miliardi rappresentati dalla partecipazione in Intesa Sanpaolo (ISP).

«Se rifletto su questi ultimi otto anni, mi rendo conto di come l'operato della Compagnia sia andato modificandosi con l'intento di interpretare e cercare di fornire delle risposte ai cambiamenti della società», ha spiegato Profumo, il cui mandato scadrà in primavera. «Pensiamo al modello di 'fondazione ibrida', che bilancia cioè, dove è necessario, azioni erogative e di gestione diretta o di accompagnamento dei progetti – ha aggiunto –, al significato che abbiamo voluto dare all'impatto e alla leva, cioè alla attrazione, messa in comune e moltiplicazione delle risorse, al capacity building e all'asset building».

Erogazioni a 1790 milioni nel 2024

La Compagnia prevede di erogare al territorio 170 milioni nel 2024. «Se guardo all'interno della Fondazione posso dire che in questi anni ci siamo evoluti – ha aggiunto – siamo una Fondazione che e' stata in grado di gestire progetti ad elevata complessità, capace di affiancare sistematicamente strumenti di accompagnamento e di sviluppo organizzativo al 'solo' finanziamento. Una fondazione seria, competente, che porta valore aggiunto, che si fa carico dei problemi in modo spesso proattivo».

Profumo, che insieme alla carica di presidente della Compagnia di Sanpaolo lascia anche la presidenza dell’acri, l’associazione che raccoglie le fondazioni bancarie, è in pole position per la successione di Gian Mafia Gros-Pietro alla presidenza di Intesa Sanpaolo quando la sua carica giungerà a scadenza nell’aprile del 2025.

Profumo aspetta fiducioso che i tempi siano maturi, apparentemente senza timori. «Io non ho mai avuto ansia di futuro. Il futuro non so cosa sara', pero' non bisogna negarsi. Bisogna lavorare fino a portare a compimento i compiti che si hanno».

Mandato più lungo per CdP

Le fondazioni sono azioniste di peso della Cassa Depositi e Prestiti. Per Profumo il mandato dei vertici della Cassa non consente di lavorare in maniera fruttuosa. Nello specifico Cassa Depositi e Prestiti , ha spiegato Profumo «è un attore molto rilevante nel Paese, che gestisce progetti impegnativi e lunghi.

Anche vedendo ciò che succede in Europa, dove le grandi casse hanno governance rinnovate dopo cinque, sei o anche nove anni, si può comprendere come i tempi siano molto più compatibili con la missione della cassa. Se il mandato e' di tre anni ci vuole un anno a imparare, il secondo si lavora e il terzo iniziano i temi della successione».

In Mps operazione di sistema

Profumo ha inoltre ribadito che la presenza della Compagna di San Paolo nel capitale di Mps e' parte di un'operazione 'di sistema', in cui 'alcune fondazioni al momento dell'aumento di capitale hanno definito una strategia comune e questo ha aiutato l'operazione, non tanto per la quantità ma per la credibilità che si e' venuta a creare’.

Fino a quando servirà la presenza di azionisti sistemici la Fondazione è destinata a rimanere. «Rimaniamo nella condizione da cui siamo partiti – ha aggiunto – riteniamo di dover procedere in questo percorso. Rimaniamo soggetti di sistema, non e' che facciamo entra-esci».